Meloni: «L'Italia impari a sostenere eccellenze come il Prosecco»

Mercoledì 24 Novembre 2021
Meloni: «L'Italia impari a sostenere eccellenze come il Prosecco»
VALDOBBIADENE
«Se i croati colpiscono il Prosecco con il Proek, ad altri stati potrebbe anche andar bene, poiché danneggia la nostra produzione; ma se un domani comparisse un Champagnsek non starebbero a guardare, perché sanno difendere i loro prodotti». Con queste parole provocatorie Giorgia Meloni ha commentato la vicenda Prosecco vs Proek, ospite a Villa dei Cedri a Valdobbiadene. La leader di Fratelli d'Italia era presente ieri su invito dell'assessore regionale Tommaso Razzolini e del senatore Luca De Carlo, e si è espressa davanti agli imprenditori e ai rappresentanti della politica locale sul tema della difesa delle eccellenze italiane, agroalimentari e non, che tanto sta a cuore ai produttori del Prosecco.
LE ISTANZE
A fare gli onori di casa sono stati il sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese e la presidentessa del Consorzio Prosecco Docg Elvira Bortolomiol. I loro interventi si sono concentrati sulla celebrazione del territorio: Bortolomiol ha voluto sottolineare il lavoro svolto «per la sostenibilità ambientale e la sostenibilità sociale» in collaborazione con le amministrazioni locali. Subito dopo è intervenuto Franco Adami, in rappresentanza degli imprenditori del Prosecco. Il suo discorso parte da lontano: «I nostri nonni non si immaginavano, quando hanno piantato il Prosecco a inizio novecento, che questo fenomeno arrivasse al punto in cui si trova; oggi la nostra generazione è chiamata a fare qualsiasi cosa per difendere questo nome». Poi si rivolge direttamente a Meloni, esprimendo le preoccupazioni di coloro che lavorano nel settore del Prosecco: la paura che non si faccia in tempo a difenderne il nome, come è successo a tante altre eccellenze italiane in passato, e la preoccupazione che le tante micro imprese del territorio non riescano a tenere il passo con la normativa che non fa differenze se i dipendenti sono tre oppure trecento. Risponde prima il senatore Luca De Carlo, rivendicando l'impegno parlamentare di FdI e sottolineando come «Non parliamo di difendere qualcosa di vecchio e stantio, ma difendere qualcosa che viene copiato: e se viene copiato significa che è l'eccellenza. La filiera dell'export deve partire dal basso, dal produttore; serve un governo forte che difenda i nostri interessi in Europa da coloro che vogliono erodere fette di mercato ai nostri imprenditori». Segue l'intervento di Giorgia Meloni, che partendo dalla particolarità del territorio, si ricollega ad una visione più ampia: «Crediamo che la forza di un partito che vuole difendere l'interesse del Paese siano i migliaia di Campanili che lo compongono. I nostri prodotti sono sotto attacco non solo per una questione di concorrenza, ma anche perché sono bastioni di identità; e tutti i bastioni dell'identità sono sotto attacco da parte delle grandi multinazionali. Questo perché la globalizzazione è neutra prosegue la leader di Fratelli d'Italia e dipende da come la si usa: può permettere ad un'eccellenza di essere venduta in tutto il mondo, come può far si che venga distrutta per servire altri interessi».
IL PUNTO
Sulla vicenda del Proek, a cui lega la questione del Nutri score (il sistema di valutazione, creato in Francia su scarse basi scientifiche, secondo il quale gli alimenti sono classificati su scala da A verde a E rosso secondo cui una bevanda energetica con le sue componenti chimiche riceve valutazione A, mentre l'olio extra vergine quella più bassa) ha detto: «In Italia dobbiamo investire sul marchio, poiché non possiamo competere quantitativamente con altri stati. Vorrei che la classe politica capisse che deve difendere le eccellenze, sostenere le aziende, invece di cedere i nostri marchi all'estero: perché l'Italia senza di loro non ha niente, mentre in Europa sono tutti più bravi di noi a difendere i loro prodotti».
Andrea Merotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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