Medici e infermieri anti vaccino diffide fotocopia all'Ordine e all'Usl

Mercoledì 14 Aprile 2021
Medici e infermieri anti vaccino diffide fotocopia all'Ordine e all'Usl
LO SCONTRO
TREVISO Una serie di diffide firmate da medici, infermieri e operatori no-vax contro la vaccinazione anti-Covid obbligatoria per il personale sanitario e contro la sospensione e il relativo taglio di stipendio per chi dice di no, senza un valido motivo. Sono alcune decine quelle recapitate nell'ultimo periodo tanto all'Usl della Marca quanto all'Ordine delle professioni infermieristiche di Treviso. Di contro, però, si sta assistendo anche a una nuova corsa alla vaccinazione. L'Usl ha riaperto le prenotazioni sul portale Voglio vaccinarmi solo per la categoria delle professioni sanitarie e degli operatori di interesse sanitario. «Alla fine riusciremo a vaccinare praticamente tutti», prevede Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria trevigiana.
LE MISSIVE
Intanto, però, ci sono le diffide. Molti moduli appaiono identici. Praticamente fotocopiati. A quanto pare gli operatori della sanità che non ne vogliono sapere di vaccinarsi contro il coronavirus si stanno muovendo all'interno di una rete condivisa, con il supporto tecnico di alcuni avvocati pronti ad assicurare che un obbligo totale sarà sostanzialmente impossibile. La richiesta rivolta oggi sia all'azienda sanitaria che all'Ordine delle professioni infermieristiche è di non inviare propri dati sensibili alla Regione. Per i no-vax il nodo sta proprio qui. Perché, in base al decreto di inizio aprile, le liste dei lavoratori dell'Usl, anche in libera professione o in convenzione, come i medici di famiglia, e quella dell'albo degli infermieri verranno poi incrociate con quelle del personale sanitario che non ha ancora effettuato la vaccinazione.
LE CONVOCAZIONI
A quel punto i diretti interessati verranno convocati nel giro di cinque giorni. E se il niet al vaccino anti-Covid non sarà sostenuto da un valido motivo, scatterà la sospensione e il taglio dello stipendio, almeno fino alla fine di quest'anno. Per il momento le diffide non hanno bloccato nulla. L'Ordine ha inviato in Regione i nomi dei 5.576 infermieri iscritti all'albo trevigiano. «Le diffide sono tutte simili. C'è un movimento organizzato che chiede che non vengano trasmessi dati sensibili spiega Samanta Grossi, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Treviso ma l'albo è ovviamente pubblico. E di conseguenza non c'è alcun problema nell'inviare gli elenchi alla Regione».
LA CHIUSURA
Ancora più netta, se possibile, la chiusura che arriva dall'Usl. «Non seguo minimamente le diffide: sono già state archiviate mette in chiaro il direttore generale ci stiamo muovendo all'interno di quanto previsto da un decreto legge. Se qualcuno ha qualcosa in contrario, vorrà dire che ci vedremo davanti alla Corte di Strasburgo». Tra i dipendenti dell'Usl sono in tutto 750 quelli che non si sono ancora vaccinati. Ma circa 600 sono tecnici e amministrativi. Per loro non c'è l'obbligo, dato che non sono a contatto con i pazienti nei reparti. Per quanto riguarda il personale sanitario, invece, sono circa 150 quelli che mancano all'appello, compresi gli operatori socio-sanitari. «Se non si vaccinano senza un valido motivo, scatterà la sospensione e il taglio dello stipendio conclude Benazzi molti, però, stanno già chiedendo di essere vaccinati recuperando le sedute perdute per vari motivi. Questo ci permette di dire che alla fine non ci saranno contraccolpi a livello organizzativo all'interno degli ospedali».
M.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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