Mascolo: «Sbagliato esibire armi in campagna elettorale»

Domenica 18 Febbraio 2018
Mascolo: «Sbagliato esibire armi in campagna elettorale»
LE REAZIONI
TREVISO «Usare una propria foto mentre si impugna una pistola per fare campagna elettorale è esagerato. Non siamo mica nel far west. Poi ognuno si fa pubblicità come preferisce, per carità. Ma la cosa resta davvero molto discutibile». Il giudice Angelo Mascolo critica senza mezze misure la scelta di Angela Colmellere, sindaco leghista di Miane, candidata capolista alla Camera con il Carroccio, che nei giorni scorsi ha diffuso attraverso la propria pagina Facebook un manifesto elettorale dedicato al tema della sicurezza con una sua foto che la ritrae mentre impugna e punta la pistola al poligono di tiro di Vittorio Veneto. E non è una stroncatura da poco. Perché Mascolo, candidato per alcuni giorni alle elezioni politiche del 4 marzo con Noi per l'Italia, la quarta gamba della coalizione di centrodestra, fino al repentino ripensamento e al dietro front di inizio febbraio, non ha particolari preclusioni verso chi sceglie di armarsi per difendersi. L'anno scorso lo stesso giudice aveva annunciato urbi et orbi che avrebbe iniziato a girare armato. Una decisione presa, come ha raccontato lui stesso attraverso una lettera aperta, dopo essere stato inseguito da un'auto di grossa cilindrata che aveva appena sorpassato. E da quel giorno si porta in giro l'appellativo di giudice con la pistola. «Io non ho mai detto che bisogna sparare rimarca Mascolo adesso mi pare che mettendo le pistole nei manifesti elettorali si stia andando un po' oltre. Ma comunque ognuno fa quel che vuole. Basta che non usi il mio nome».
IN REGIONE
Restando in tema di pistole, cinque anni fa fece scalpore il caso di Remo Sernagiotto. Nel 2013 l'allora assessore regionale al Sociale salì agli onori delle cronache per essere stato visto girare per gli uffici della Regione, a palazzo Ferro-Fini, con una pistola infilata nei pantaloni. Precisamente una calibro 38 special a tamburo. Sernagiotto, oggi europarlamentare, spiegò che girava armato per difesa personale. Sottolineando che in quell'occasione aveva lasciato l'arma nel suo ufficio da assessore. E che non l'aveva mai portata all'interno della sala del consiglio regionale. «Porto con me la pistola da trent'anni, con regolare porto d'armi disse l'ho acquistata quando da imprenditore ho ricevuto delle minacce. Anche se non l'ho mai usata, quando ho incontri in giro per il Veneto fino a notte fonda me la porto sempre dietro. Sono un uomo pacifico e non sparerei mai una persona, magari un paio di colpi in aria se dovessi difendermi da un'aggressione».
M. F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci