Ma il prefetto Laganà non fa drammi «Ora le condizioni sono cambiate»

Giovedì 18 Aprile 2019
Ma il prefetto Laganà non fa drammi «Ora le condizioni sono cambiate»
L'INTERVENTO
TREVISO Il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà incassa senza drammi la decisione di Caritas e cooperative sociali di chiudere l'esperienza dell'accoglienza diffusa dei richiedenti asilo dal prossimo 30 aprile, non partecipando alla nuova gara che l'Ufficio del Governo indirà con le nuove condizioni stabilite dal Decreto immigrazione. Nella Marca i richiedenti asilo, a ieri, erano scesi a 1.268, numero che consente di ricollocare senza troppi patemi gli stranieri, circa 200, attualmente in carico alle realtà che da fine mese rinunceranno a proseguire. «Intanto dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno consentito di gestire in questi anni in maniera serena migliaia di richiedenti asilo», dice Laganà, addentrandosi poi nel caso specifico che coinvolge le due Caritas di Treviso e Vittorio Veneto, e le cooperative sociali La Esse, Una casa per l'uomo, Gea e Alternativa.
NUOVO SCENARIO
«Cambiano le condizioni del contratto, c'è un capitolato diverso, una rimodulazione dei servizi e una riduzione dell'importo a base d'asta spiega il prefetto - Alcune associazioni, alcuni soggetti, per fortuna non tanti e questo ci consentirà di mantenere i posti che ancora necessitano, non hanno ritenuto di proseguire. Le motivazioni nel dettaglio non le conosco, ma a quanto mi hanno riferito da tavoli seguiti dai miei funzionari, fanno riferimento alla scarsa remuneratività della nuova convenzione che si profila o alla non condivisione della rimodulazione dei servizi». Che verranno drasticamente ridotti, secondo Caritas e coop.
POSTI DI LAVORO
Ma di fronte c'è tutto uno scenario in mutamento, lascia intendere Laganà, commentando anche i 105 potenziali esuberi alla Nova Facility, società che ha in gestione gli hub dell'ex caserma Serena di Dosson e dell'ex Zanusso di Oderzo. «Anche questo è un dato di cui ci preoccupiamo e che ci dispiace sottolinea - ma d'altro canto, a meno che non si immaginasse un'emergenza senza fine, era anche prevedibile che bloccandosi gli sbarchi e riducendosi il numero di richiedenti asilo, anche le esigenze di gestione e quindi il numero delle persone impegnate si potesse ridurre». Una situazione in divenire, dunque, secondo il trend attuale, ribadisce Laganà, «se non ci saranno nuovi arrivi, si arriverà a quota zero richiedenti asilo», dalla Libia arrivano segnali di altro tipo e il prefetto non fa mistero di seguire con attenzione gli sviluppi: «La situazione in Libia preoccupa per tanti motivi conferma a cominciare dalla previsione di 800mila persone che debbano spostarsi in Europa. Non è tanto il fatto di farli sbarcare, ma l'integrazione che poi si è in grado di garantire a queste persone. Non credo che il sistema messo in atto in questi anni, che pure è servito a mantenere una situazione di relativa tranquillità, abbia però funzionato, né poteva funzionare, a mio avviso, per com'era strutturato, in una reale integrazione che si riferiva a centinaia e centinaia di persone». Inutile dire che nessuno si augura di rivivere circostanze di quella gravità, con numeri da esodo biblico, che hanno messo in crisi territorio e istituzioni , e tra queste ultime, i prefetti stessi. Ma tentare di fare previsioni ora su quanto avverrà a livello internazionale è quantomeno prematuro, per la Marca la questione migranti è un'emergenza ormai superata.
Lina Paronetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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