LO STUDIO
TREVISO Un registro per monitorare medici, infermieri, operatori sociosanitari

Mercoledì 8 Luglio 2020
LO STUDIO
TREVISO Un registro per monitorare medici, infermieri, operatori sociosanitari e donatori di sangue entrati in contatto con il coronavirus. È il passo messo in conto dagli specialisti del dipartimento di sanità pubblica dell'Usl della Marca per scovare il prima possibile eventuali anticorpi boomerang. Vengono chiamati così quelli che potrebbero rendere una seconda infezione da Covid-19 ancora più pesante della prima. Invece di proteggere dalle reinfezioni, in sostanza, potrebbero addirittura allearsi con lo stesso virus. Il rischio legato al fenomeno immunologico riconosciuto come Antibody dependent enhancement è stato messo in luce da uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Bmj Global Health dagli specialisti della salute pubblica dell'azienda sanitaria trevigiana, a partire da Luca Cegolon e Sandro Cinquetti, assieme a colleghi di Londra, Ginevra, Padova, Trieste e Sassari. Stando a tali ipotesi, l'immunità non potrebbe di fatto essere totale. E di conseguenza anche la strada per individuare un vaccino sarebbe tortuosa.
LO SCENARIO
L'Usl si sta preparando a ogni scenario, sia nell'organizzazione degli ospedali che sul piano della ricerca. Oggi nella Marca non ci sono più pazienti ricoverati positivi al Covid-19. E tutti si augurano che la temuta seconda ondata tra l'autunno e l'inverno non arrivi mai. Ma non si abbassa la guardia di un solo centimetro e non si vuole lasciare nulla di intentato. «I coronavirus umani, ce ne sono sette differenti ceppi, fra cui quelli del comune raffreddore, sono noti per causare reinfezioni, indipendentemente dalla presenza di immunità - spiega Cegolon - questo accade regolarmente con il raffreddore, ma anche con la Sars del 2003 e con la Mers (sindrome respiratoria mediorientale, ndr). Per la Sars e la Mers è stato identificato un fenomeno immunologico riconosciuto come Antibody Dependent Enhancement, Ade, scatenato da reinfezioni: l'immunità umorale non protegge dalle reinfezioni ma può addirittura diventare un boomerang specifica l'Ade nella Sars e nella Mers (cioè il meccanismo degli anticorpi boomerang, ndr) presenta caratteristiche molto simili al quadro clinico dei casi severi e critici di Covid-19. Il fenomeno immunologico, inoltre, potrebbe essere innescato non solo da una precedente infezione da Covid.19 ma anche da precedenti infezioni da parte di altri virus respiratori». Compresi quelli che spaventano meno, come nel caso del raffreddore e della normale influenza. Una visione del genere non può non preoccupare in vista del prossimo autunno.
LE MOSSE
È anche per questa ragione che l'Usl della Marca ha già iniziato a invitare tutte le persone a rischio, quelle con più di 65 anni e quelle costrette a convivere con altre patologie, a vaccinarsi contro l'influenza stagionale. «L'ipotesi (riguardante gli anticorpi boomerang, ndr) sarebbe suffragata anche da una serie di altre osservazioni, fra cui il basso rischio di Covid-19 severo tra i bambini con meno di 10 anni e l'alto rischio di malattia tra gli operatori della sanità sottolinea Cegolon i bambini, infatti, hanno inevitabilmente meno anticorpi degli adulti e degli anziani, essendo stati meno esposti ad agenti infettivi. Mentre negli ambienti socio-assistenziali la circolazione del virus è inevitabilmente più alta della media. Agatha Christie diceva che un indizio è un indizio, due sono una coincidenza, ma tre fanno una prova. Nel nostro caso gli indizi sono ben più di tre conclude ma da un certo punto di vista non ci dispiacerebbe essere smentiti, dato che se la nostra ipotesi fosse confermata ci sarebbero forti implicazioni in negativo sia per la terapia che per la produzione di un vaccino efficace contro la sindrome respiratoria acuta grave da Covid-19».
M.Fav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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