Lite in discoteca e poi la vendetta: pestaggio a Santa Maria del Rovere

Martedì 24 Aprile 2018
REGOLAMENTO DI CONTI
TREVISO Una vera e propria spedizione punitiva, per saldare un conto, rimasto evidentemente in sospeso, al termine della serata trascorsa in un locale notturno. Sarebbero questi i contorni del pestaggio, avvenuto domenica sera, a Santa Maria del Rovere, a pochi passi da piazza Martiri di Belfiore.
I FATTI
Da quanto è stato possibile apprendere una decina di ragazzi avrebbe suonato il campanello di casa di una famiglia che abita in una delle palazzine della zona. È il luogo che ha fatto da sfondo al grave episodio di cronaca. Tutto avviene in via 55esimo Reggimento Fanteria, poco prima di mezzanotte.
DENTE AVVELENATO
Il gruppetto, probabilmente di bengalesi secondo la successiva ricostruzione dei carabinieri, ha chiesto a due giovani kosovari, residenti nella palazzina, di scendere. Una volta faccia a faccia è scattata la rabbia e li hanno riempiti di botte. Schiaffi, calci, pugni. Le grida, il fuggi fuggi, poi le sirene dei mezzi di soccorso e i lampeggianti delle auto delle forze dell'ordine hanno svegliato chi già era a letto e messo in allarme chi se ne stava tranquillo in casa. Molti i residenti, tanti gli anziani che abitano nel quartiere, che si sono affacciati alle finestre, disorientati e preoccupati. A essere malmenati a mani nude, due fratelli di 18 e 19 anni, che i coetanei bengalesi, anche loro giovanissimi, erano andati a cercare: non risulta che siano stati usati contro le vittime bastoni o armi da taglio.
RANCORI ANTICHI
Quel che sarebbe emerso dalle indagini, semmai, è che ci fosse da regolare, diciamo così, un litigio avvenuto una settimana prima nella discoteca Supersonic di San Biagio di Callalta. Il movente della lite? Toccherà ai carabinieri comprenderli, ma restano misteriosi. Quel che è certo è che anche il padre dei due kosovari c'è finito in mezzo: sceso in strada per difendere i figli, è stato a sua volta picchiato.
OMERTÀ
Dai protagonisti dell'episodio, poche spiegazioni: le stesse vittime sono state restie a parlare con gli investigatori. I militari hanno dovuto ricostruire le circostanze del pestaggio e avviare le indagini per risalire all'identità degli aggressori, tutti tra i 17 e i 20 anni: di uno già ce l'hanno, visto che nella concitazione ha perso il portafoglio con dentro i documenti. Anche l'entità delle lesioni patite dai kosovari non sono state ancora stabilite: gli inquirenti attendono le diagnosi dei medici. A seconda della gravità, si procederà a querela o d'ufficio. Di certo un blitz che ha scosso la tranquillità di una via molto popolosa. Un regolamento di conti inatteso a Treviso, soprattutto se a compierlo sono dei ragazzi giovani che potrebbero essere chiamati a rispondere in tribunale, spiegando il motivo di un gesto tanto violento.
Lina Paronetto
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