Lei lo lascia, lui la perseguita: dovrà risarcirla con 10mila euro

Giovedì 22 Marzo 2018
LA SENTENZA
TREVISO Sei mesi di reclusione, ma con la sospensione della pena e la non menzione, oltre ad un risarcimento di 10 mila euro. È la condanna inflitta dal tribunale di Treviso a un 51enne residente nel capoluogo finito a processo con l'accusa di stalking nei confronti dell'ex compagna. Una vicenda a prima vista come se ne raccontano tante, resa dolorosa dalla delusione per un rapporto finito che poi si ammala di rabbia e risentimento. Ma la vicenda di cui è stato protagonista l'uomo, così come raccontata durante il processo, è fatta di anche di altre cose. Ad esempio alcuni tentativi di suicidio dell'imputato, che ha vissuto la separazione come la fine di tutto perché quella storia era la ragione della sua vita. E poi i 50 mila euro prelevati dal conto corrente cointestato mentre era ricoverato in ospedale, che gli avrebbero fatto letteralmente perdere la testa.
I fatti si sono svolti a Treviso tra il 2013 e il 2014. All'inizio il 51enne e la compagna convivente di poco più giovane vivono una crisi sentimentale profonda. I rapporti diventano di giorno in giorno sempre più logori fino a rendere l'atmosfera familiare insopportabile, tanto che lei a un certo punto lo avrebbe obbligato a fare le valigie e andarsene. Per l'amante cacciato di casa si spalanca il tunnel della sofferenza che lo porta a vari a tentare il suicidio. Le condizioni psicologiche dell'uomo peggiorano di settimana in settimana, una discesa senza freni verso una profonda depressione. Non reagisce, non vuole prendersi cura di sé, non trova la forza per ricominciare. E così nei suoi confronti viene emesso un provvedimento per il trattamento sanitario obbligatorio con il ricovero in ospedale.
Ma al termine della degenza succede qualche cosa che sposta indietro di qualche mese le lancette dell'orologio. Uscito dall'ospedale il 51enne scopre che l'ex compagna avrebbe ripulito il conto corrente cointestato, prelevando in due tranche circa 50 mila euro. A quel punto al dolore per la fine dell'amore si sarebbe aggiunta la rabbia ed è in quel momento che sarebbe iniziata quella che la donna nella sua querela ha definito una campagna persecutoria, fatta di continue chiamate al telefono, decine e decine di sms inviati ogni giorno, pedinamenti e tentativi di andarle a trovare in quella che fino a poco prima era stata la casa della coppia. Lei ha paura, è costretta a cambiare le abitudini di vita e lo denuncia. E si arriva al processo conclusosi ieri mattina.
Denis Barea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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