Lega, una svista cancella la festa-meeting

Domenica 14 Ottobre 2018
LA POLEMICA
TREVISO Giorni complicati per la Lega, soprattutto per quella trevigiana. Da una parte i malumori dei parlamentari, dall'altra l'improvviso annullamento della festa provinciale, che quest'anno avrebbe avuto una valenza regionale, nazionale per il vocabolario leghista. E ieri le due vicende, di per sé scollegate, si sono intrecciate.
IL RINVIO A SORPRESA
L'argomento del giorno è quello dell'improvviso, e inaspettato, rinvio a data da destinarsi della festa. L'imbarazzo tra i vertici leghisti è palpabile, anche perché all'origine di tutta c'è un fraintendimento risultato fatale. Magari incide anche l'aria pensate che si respira dentro il partito che in altri tempi avrebbe trovato comunque una soluzione, ma questa volta la realtà è molto più banale. La festa 2018, programmata all'ex Pagnossin, voleva essere qualcosa più di una sagra. Era stata pensata come un meeting di due giorni, domenica 21 a lunedì 22, in una struttura di alta qualità. Il capannone scelto era su due piani: al piano terra ci sarebbe stata la festa vera e propria con il palco, sopra si voleva invece ricavare lo spazio per conferenze, talk show, incontri mirati, sala stampa. Il programma prevedeva l'arrivo di tre ministri - Salvini, Fontana e Stefani - e uno stuolo di sottosegretari. Oltre, ovviamente, al governatore Luca Zaia che sarebbe stato la star del 22, la data in cui si festeggia un anno dal referendum per l'autonomia. Insomma: si voleva creare un evento. Ma ci si è accorti fuori tempo massimo di un particolare non da poco: l'area in questione è omologata per ospitare convegni a invito, con un numero massimo di persone. E non può, al contrario, essere utilizzata per eventi aperti a folle che entrano ed escono liberamente. Per giorni si è cercato un rimedio, invano. E quindi tutto è stato rinviato a novembre e, forse, anche in un'altra città del Veneto, non più a Treviso.
IN POCHI
A tenere banco è anche la questione dei parlamentari e del contributo volontario, da dare ogni mese per coprire le spese del partito e finanziare l'attività sul territorio, che è passato da tre a quattromila euro. Un aumento che è piaciuto poco, non tanto per dover mettere mano a una busta paga comunque pesante, quanto perché si va ad aggiungere ai contributi extra richiesti in occasione di sagre, gazebate, affitti per le sedi ecc. I parlamentari hanno quindi intavolato una trattativa con il Nazionale per ottenere qualche servizio in più. Che la notizia di queste tensioni si sia diffusa non è piaciuto e ieri pomeriggio è stata convocata d'urgenza una riunione per capire chi ha parlato. Al K3 sono stati convocati tutti i parlamentari trevigiani e non e i segretari di circoscrizione. Ma è stato un mezzo flop: si sono presentati solo in sei. In passato, per fughe di notizie di questo genere, ci sarebbe stata una mobilitazione. Ma oggi non è più così, segno che le tensioni interne al Carroccio qualche danno lo stanno provocando.
Paolo Calia
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