Lega, la Marca dice no al governo

Domenica 15 Dicembre 2019
Lega, la Marca dice no al governo
L'APPUNTAMENTO
TREVISO Non ci sono fine settimana natalizi che tengano: se i capi chiamano, i leghisti trevigiani rispondono. E così, ieri pomeriggio, mentre fuori impazzava lo shopping natalizio del sabato di metà dicembre, al Bhr Hotel il Carroccio ha riempito la sala conferenze per celebrare il No tax day. Dalla Marca ha preso forza il no alla manovra finanziaria di questo governo e alle nuove imposte annunciate. Le parole d'ordine sono state chiare: aumentare gli investimenti dando più risorse agli enti locali, meno burocrazia, meno tasse inutili, favorire le assunzioni rendendo vantaggioso assumere a tempo indeterminato. Fare, insomma, massa critica per rilanciare il paese una volta tornati al governo. E Gianangelo Bof, commissario provinciale e coordinatore della serata, ha ricordato la forza della Lega nella Marca: «Siamo l'unica espressione politica con un progetto, una visione. E i nostri sindaci dimostrano che la gente ci segue. Il programma politico degli altri è solo mettersi contro di noi». Sindaci, consiglieri comunali, provinciali, regionali e deputati e l'eurodeputato Gianantonio Da Re hanno risposto presente per ascoltare le parole d'ordine lanciate dal palco dal governatore Luca Zaia, dall'ex ministro Erika Stefani, dall'ex sottosegretario all'economia Massimo Bitonci e da Lorenzo Fontana, guida della Lega in Veneto.
IL MONITO
Zaia è stato il più applaudito. Ha toccato tutti i tasti più delicati. Sulle tasse: «Il Veneto, dal 2010, non fa pagare tasse regionali ai cittadini. Non applichiamo l'addizionale Irpef, non applichiamo i ticket sanitari: premesso che metà dei veneti è esentato per reddito o per patologie, quello che viene pagato è il ticket previsto al livello nazionale. Dal 2010 non preleviamo dalle tasche dei veneti un miliardo e 179 milioni di euro all'anno». Le risorse si trovano scavando da altre parti: «Abbiamo ridotto le spese della giunta regionale da 500 a 50 milioni all'anno; e poi ogni anno entrano 20-25 milioni di euro dalle alienazioni. Il compito di una Regione è pensare a salute, sanità, sociale, tutela ambientale. E non gestire proprietà come alberghi, tenute agricole o campi da golf». Poi la stilettata al Movimento 5 Stelle: «Hanno inaugurato la stagione dell'odio sociale. La decrescita felice? Almeno sarebbe un'idea, ma non hanno nemmeno quella. Invece passano il tempo a vedere se il loro vicino si arricchisce. Con questi presupposti non andremo da nessuno parte». Infine la bocciatura della manovra finanziaria in arrivo: «In Italia paghiamo il 22% di tasse in più del resto d'Europa. A luglio i nostri artigiani finiscono di guadagnare solo per pagare il fisco. Qualcuno festeggia, ma in realtà si festeggia un funerale».
AUTONOMIA
La sala ha seguito con passione l'intervento dell'ex ministro Stefani, che ha parlato di Autonomia, preceduta però da Zaia: «Se non con questo Governo sarà col prossimo, ma l'autonomia arriverà. L'importante è essere pronti. E noi lo siamo», ha spiegato il governatore. L'ex ministro ha invece raccontato della sua lotta dentro un governo in cui l'altro socio - i 5 Stelle - non voleva saperne: «L'Autonomia è semplicemente dare la possibilità alle regioni di fare le cose. Ma qualcuno non ha voluto capirlo». A Bitonci è toccato il compito di spiegare perché il sistema fiscale italiano è il più complesso in assoluto: «Le tasse vanno pagate perché servono a finanziare i servizi. Ma la tassazione applicata in Italia non è equa». La chiusura a Fontana: ««Molto probabilmente, anzi, sicuramente questa manovra disegnata dal governo, con tasse al momento solo rinviate ma che a breve saranno introdotte, come la Plastic Tax e la Sugar Tax, andrà a pesare particolarmente sulle imprese e di conseguenza anche sui consumi delle famiglie. La manovra finanziaria non farà rialzare il Paese e porterà alla recessione».
Paolo Calia
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