LE TESTIMONIANZE
TREVISO «Mio figlio sta bene, l'abbiamo ritrovato a Bassano,

Martedì 29 Settembre 2020
LE TESTIMONIANZE TREVISO «Mio figlio sta bene, l'abbiamo ritrovato a Bassano,
LE TESTIMONIANZE
TREVISO «Mio figlio sta bene, l'abbiamo ritrovato a Bassano, e questa è l'unica cosa che conta». Dopo ore d'angoscia il sospiro di sollievo. Il papà del 20enne ha trattenuto il fiato un giorno intero, vivendo attimi di pura angoscia ad ogni immersione dei sommozzatori nel Sile, dove si temeva giacesse il corpo del ragazzo. Ma senza perdere mai quel barlume di speranza che dal primo pomeriggio si è trasformato in una luce, quando è stato geolocalizzato a Istrana il cellulare del giovane, prima della sua individuazione a Bassano, dove risiedono alcuni parenti cari allo studente. «C'è stata una mobilitazione generale incredibile, tutti ci hanno aiutati - sottolinea il papà del 20enne -. Ringrazio tutte le forze dell'ordine, a partire dalla polizia, i carabinieri, i vigili urbani, i vigili del fuoco che hanno lavorato incessantemente e poi i miei vicini di casa, che hanno messo subito a disposizione la barca e gli amici della mia ex moglie, il cui aiuto è stato determinante. Ho sentito la vicinanza da parte di tutti».
I VICINI DI CASA
Proprio chi risiede lungo il fiume, accanto all'abitazione dell'imprenditore, si è messo subito a disposizione del genitore tuffatosi in acqua appena resosi conto di cos'era successo. «Sono arrivato a nuoto fino a qui, poi mi sono aggrappato alla riva» spiegava il papà ieri mattina ai vigili del fuoco mostrando il punto, sotto il ponte di fero, in cui si era spinto per cercare di raggiungere il figlio. Subito dopo è salito nell'imbarcazione del vicino e con lui ha cominciato prima ancora dell'arrivo del gommone dei pompieri a cercare in lungo in largo indizi che potessero far capire dov'era finito il ragazzo. Tutti in zona hanno aperto i cancelli per controllare giardini e proprietà private nella speranza che il giovane si fosse nascosto da qualche parte. Di lui però non c'era traccia né in acqua né a terra. «Il fiume è molto freddo e la corrente in superficie molto forte - spiegava un residente -. Ma potrebbe essere qui sotto». Il ragazzo, d'altronde, era vestito di tutto punto: jeans, giubbotto e scarpe. Ma tra i vicini c'è chi ha subito pensato a uno scherzo. «Lui è un ottimo nuotatore, non può essere annegato, e non può averlo fatto apposta. Prima o poi spunterà da qualche parte. Sono sicuro che sta bene».
LA BARISTA
In pochi credono a questa ipotesi, anche se tutti ci sperano. Tant'è che le ricerche dei sommozzatori proseguono ben oltre le 16. Ma è molto prima, verso le 14, che si comincia a delineare un quadro diverso. Un amico del papà del 20enne, riesce a geolocalizzare il suo cellulare. È a Istrana. Ma come ci può essere arrivato? I pezzi del puzzle cominciano a incastrarsi. Un capotreno ha visto un ragazzo con i vestiti fradici a bordo di un convoglio per Bassano. Era senza biglietto, ed è stato fatto scendere. A Istrana. Gli indizi portano dritti al bar pizzeria Barbablu. Il 20enne, a mezzogiorno, era qui. «Era zuppo dalla testa ai piedi - racconta la barista che lo ha accolto nel locale -, e mi ha chiesto di usare il bagno per strizzare gli indumenti. C'era gente in sala, e lui non aveva la mascherina. Gliene abbiamo dato una ed indicato la toilet. Quando è tornato aveva il gilet in mano, la giacca addosso, jeans e scarpe bianche. Poi l'ho visto uscire e dirigersi verso la stazione». La polizia e i familiari del ragazzo arrivano da lei poco dopo. Ormai la pista è chiara. Vengono interrotte le ricerche. Ma servirà ancora un po' di attesa per rintracciare il giovane, nel frattempo arrivato a Bassano del Grappa dopo aver lasciato la città di Treviso con il fiato sospeso per tutto il giorno.
A.Belt
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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