LE TESTIMONIANZE
MONTEBELLUNA «Eravamo all'oscuro di tutto: non sapevamo

Sabato 11 Luglio 2020
LE TESTIMONIANZE
MONTEBELLUNA «Eravamo all'oscuro di tutto: non sapevamo che nostro figlio fosse a Cornuda». Sono minuti interminabili quelli fuori dal pronto soccorso dell'ospedale di Montebelluna dove è stato trasportato sotto choc il ventenne oltre alla mamma colta da un malore e che nel pomeriggio di ieri è stata visitata dai medici del San Valentino. Dopo due giorni nelle mani del 63enne ieri mattina è riuscito a inviare un messaggio alla madre: «Sono a casa di G., mi ha legato e vuole bruciarmi». Fuori dal San Valentino c'è il padre, G.M., che cerca in qualche modo di ricostruire gli ultimi istanti prima che il figlio uscisse di casa. «Ci aveva detto che sarebbe uscito racconta e poi ci ha spiegato di essersi fermato a Cornuda per andare a trovare G., voleva vedere come stava e se aveva bisogno di qualcosa». Tuttavia gli inquirenti vogliono vederci chiaro: tante le cose che ancora non tornano.
AMICO DI FAMIGLIA
Una conoscenza quella tra il 63enne e la famiglia del ventenne che va avanti da diversi anni. «L'abbiamo conosciuto anni fa e sappiamo che vive da solo spiega il genitore, personalmente lo vedevo poche volte e ogni tanto, quando capitava, siamo anche andati a mangiare fuori tutti assieme». Anche durante il periodo del lockdown il giovane si era offerto di aiutare il pensionato. «È una persona sola e durante la quarantena mio figlio lo aiutava, ogni tanto, a fare la spesa aggiunge , mia moglie gli preparava da mangiare e mio figlio glielo portava». Quei gesti di altruismo pare oggi che siano costati cari al ventenne rimasto chiuso in quell'appartamento mansardato di via Manzoni per due giorni. «Non avrei mai potuto immaginare una cosa del genere sottolinea il padre, anche se mio figlio è maggiorenne non lo avrei assolutamente lasciato nelle mani di questa persona». Ieri mattina la liberazione: il ventenne ha inviato un sms alla madre: «Mi ha legato vuole bruciarmi». «Stamattina, (ieri per chi legge) mi ha chiamato uno dei proprietari degli appartamenti del condominio dicendomi che c'era un forte odore di benzina prosegue l'uomo, aveva provato a chiamare il 63enne ma non gli rispondeva così ho detto che avrei provato anch'io ma il telefono era staccato. Ho tentato di chiamare anche mio figlio, perché visto che lo conosce ho pensato potesse rintracciarlo, ma il suo telefono ha squillato a vuoto. Mai avrei pensato fosse lì». Pochi minuti e sul telefonino della moglie arriva la richiesta d'aiuto.
LO SCAMBIO DI MESSAGGI
Con il papà fuori dal pronto soccorso del San Valentino c'è anche il migliore amico de ventenne. «Sono molto preoccupato e spero che stia bene», afferma E.G. I due ragazzi si conoscono da una vita, fin dai tempi delle scuole elementari e condividono tante passioni, tra cui quella per il calcio e la palestra. «Se fosse andato a Jesolo con una ragazza sarei stato il primo a saperlo, ne sono certo assicura il ragazzo , mi ha parlato raramente di questa persona sessantenne e ricordo di averlo visto con lui solo una volta, ma sapevo che è un amico di famiglia». Nella notte tra martedì e mercoledì l'ultimo scambio di messaggi su WhatsApp tra i due amici. «Da qualche anno frequentiamo la stessa palestra, ci troviamo per allenarci e cinque minuti dopo la mezzanotte, quindi mercoledì, mi ha inviato un messaggio riguardo al suo fisico». Dopo quel messaggio il silenzio totale. «Mercoledì avevo provato a chiamarlo per tutto il giorno conclude l'amico e alle 19 gli ho inviato un messaggio sul cellulare, che è stato visualizzato: ero arrabbiato perché non aveva risposto. Non potevo certo immaginare quello che stava succedendo».
Vera Manolli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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