LE REAZIONI
TREVISO Oggi è il giorno della rabbia. Le categorie prendono

Lunedì 26 Ottobre 2020
LE REAZIONI
TREVISO Oggi è il giorno della rabbia. Le categorie prendono le distanze dalle decisioni del Governo in materia di commercio e gli aderenti di Treviso Imprese Unite hanno indetto un sit-in in piazza dei Signori per le 18. «Con il terzo Dpcm in 12 giornibil Governo ha definitivamente deciso di affondare l'economia del Paese» denuncia il mondo produttivo trevigiano. C'è sostanziale discordanza su tempi e modi delle chiusure. «Inutile non chiamarlo lockdown, perchè ne ha tutte le sembianze» affonda Mario Pozza presidente di Unioncamere. Fipe e Confcommercio adombrano l'ipotesi di una bomba sociale. «Ci sono categorie troppo bersagliate, famiglie che non possono finanziariamente reggere un'altra emergenza». E i sindaci puntano l'indice contro il Governo. «Fuori dai nostri municipi la gente chiede aiuto. Noi senza strumenti per intervenire» sintetizza Mario Conte.
LA PROTESTA
È una protesta all'unisono quella che emerge dal tessuto produttivo trevigiano all'indomani del nuovo dpcm che limita drasticamente bar e ristoranti e chiude palestre centri sportivi teatri cinema, mettendo in grave crisi il mondo della cultura, dello sport e il settore dei bar e dei ristoranti. «Consapevoli dell'importanza della gestione dell'emergenza sanitaria, bisogna prendere atto che questa non può più essere gestita senza tenere conto delle ripercussioni economiche. Con le restrizioni in atto infatti la maggior parte delle aziende vedranno praticamente azzerato il loro fatturato, con l'aggravante di avere il peso della sicura perdita solo sulle loro spalle; non essendoci infatti un lockdown ufficiale, gli aiuti (già miseri nei mesi della prima serrata) saranno sicuramente inconsistenti». Così commenta Andrea Penzo Aiello, Presidente di Treviso Imprese Unite. «Per tutti questi motivi siamo pronti a scendere in piazza per far sentire il nostro grido disperato, sperando di avere il sostegno di tutta la comunità e delle amministrazioni locali. Il ritrovo è dunque fissato per lunedì 26 ottobre alle ore 18  sotto il palazzo della Prefettura di Treviso, in piazza dei Signori».
UNIONCAMERE
«Il Governo ha scelto di non ascoltare le Regioni, creando un clima di lockdown psicologico che congelerà i consumi». Così Mario Pozza dà voce alla protesta di Unioncamere: «La decisione di chiudere alle 18 i ristoranti e i bar è il colpo di grazia definitivo ad un settore che era già stato messo duramente alla prova dal primo lockdown, ma aveva saputo reagire con dignità e coraggio. Il Governo dovrà assumersi la responsabilità di una scelta che porterà alla chiusura di attività storiche, facendo rimanere senza lavoro moltissime persone» La preoccupazione di Pozza si indirizza anche al settore cultura. «Quello della ristorazione non è l'unico settore danneggiato, ma pensiamo alla cultura con la chiusura dei teatri. Non si possono spegnere le luci della cultura in un momento tanto difficile per il Paese facendo ricadere il peso di una mancata capacità di gestione sulle istituzioni culturali che in Veneto nella maggior parte dei casi sono virtuose e penso al Teatro Stabile». Un decreto che penalizza attività che hanno investito e dimostrato di poter garantire servizi in modo sicuro come palestre, piscine, centri termali.
FIPE
A pagare il conto più salato ancora una volta il mondo della ristorazione. «Il nuovo Dpcm ci impone una nuova, pesante, inaccettabile, stretta. Chiusura dei pubblici esercizi alle 18, solo 4 posti seduti ai tavoli dei ristoranti, annullamento totale di feste, congressi, convegni, fiere, cerimonie. È la condanna di un intero indotto economico - accusano Federico Capraro e Dania Sartorato -. Che pure hanno investito per prime in sicurezza ed hanno dimostrato di essere in regola con tutti gli adempimenti e le norme di prevenzione. Il buon senso e la responsabilità individuale ed imprenditoriale evidentemente non bastano. Nemmeno il merito». Per questo Ascom chiede indennizzi sicuri, immediati e proporzionati alle perdite. Al de profundis si accoda anche Confagricoltura perchè il blocco del segmento Horeca penalizza i consumi alimentari alla fonte. «Il mondo agricolo trevigiano rischia di subire gravissime perdite, ad esempio, dalla chiusura generalizzata delle attività di ristorazione, anticipata alle ore 18-precisa Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi- Lo dico chiaramente: alcune aziende del nostro settore potrebbero avere difficoltà a superare il 2020
L'ANCE
Grande preoccupazione è espressa dai primi cittadini che temono di vedere esplodere nelle piazze la protesta già vista in alcune città d'Italia. «I sindaci hanno cittadini ed imprese fuori dalle porte dei Comuni che sono ogni giorno più stanchi e preoccupati. Con questo modus operandi di scelte calate dall'alto il Governo ci lascia completamente soli nella gestione quotidiana dei provvedimenti senza mai ascoltarci. I sindaci, per esempio, da mesi segnalano le criticità del trasporto pubblico locale bisognoso di investimenti e interventi, ma a Roma non hanno dato importanza a queste richieste come è accaduto con le Regioni con l'ultimo dpcm - sottolinea infine Mario Conte, presidente di Anci Veneto - Il Covid19 è un'emergenza sanitaria ed economica, ma ora rischia di diventare anche un'emergenza sociale che mi auguro il Governo non lasci sulle spalle dei sindaci».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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