Le mascherine sospette anche negli ospedali «Già bloccate»

Mercoledì 14 Aprile 2021
Le mascherine sospette anche negli ospedali «Già bloccate»
L'INCHIESTA
TREVISO Le mascherine pericolose sono entrate anche negli ospedali trevigiani. Medici, infermieri e operatori in servizio nei reparti hanno indossato nei mesi scorsi parte dei dispositivi di protezione posti ora sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Gorizia perché non sufficientemente filtranti. Cioè non in grado di mettere adeguatamente al riparo dal contagio da coronavirus. Il decreto di sequestro è stato emesso il 22 marzo dalla Procura di Gorizia nell'ambito di un procedimento penale aperto contro ignoti per la vendita di prodotti industriali con segni mendaci. Nel mirino ci sono 12 tipologie di mascherine Ffp2 ed Ffp3 acquistate dal commissario straordinario per l'emergenza Covid e consegnate anche all'Usl della Marca tra luglio, agosto e ottobre dell'anno scorso. Oltre 100mila sono state distribuite nelle case di riposo del trevigiano. E alcune altre migliaia sono state usate proprio all'interno degli ospedali. «Abbiamo immediatamente bloccato l'uso delle mascherine che fanno riferimento ai lotti segnalati, verificando anche nei magazzini. Di seguito le ritireremo tutte spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria una quota parte di questi dispositivi è già stata utilizzata. Ma va specificato che i nostri tecnici li avevano precauzionalmente declassati. Di conseguenza sono state utilizzate come mascherine chirurgiche». Quindi non in settori ospedalieri dove è richiesta maggior protezione.
L'ALLERTA
L'Usl della Marca si è mossa dopo la comunicazione arrivata alla fine della settimana scorsa da Azienda Zero che alla luce del sequestro ha vietato l'utilizzo dei dispositivi sia nelle Usl che nelle case di riposo. «I dispositivi interessati saranno ritirati a cura di Azienda Zero e messi a disposizione delle autorità competenti fanno sapere Azienda Zero ha sempre effettuato sui dispositivi di protezione una valutazione di idoneità tecnica all'uso. E i dispositivi in parola, posta la carenza di documentazione a supporto, sono stati classificati per l'utilizzo in aree a basso-medio rischio». L'operazione della Guardia di Finanza è nazionale. Stando alle analisi di laboratorio effettuate sui primi lotti sequestrati in altre parti d'Italia, in alcuni casi la capacità filtrante delle mascherine in questione è risultata essere addirittura dieci volte inferiore rispetto a quanto dichiarato. Va da se che per il personale sanitario che le ha indossate il rischio di essere contagiato e poi di diffondere ulteriormente il coronavirus tra i pazienti e tra gli anziani delle case di riposo è aumentato di pari passo. Negli ospedali del trevigiano non sono stati registrati picchi di contagio attualmente collegabili all'uso di questi dispositivi di protezione.
GLI ACCERTAMENTI
Ma adesso l'Usl condurrà degli approfondimenti specifici per fare definitivamente chiarezza. «Al momento non abbiamo registrato anomalie nell'andamento generale dei contagi sottolinea Benazzi andremo comunque a fare delle verifiche ancora più puntuali». Anche le case di riposo hanno immediatamente sospeso l'uso delle mascherine dei lotti sequestrati. In queste ore ogni centro sta individuando i dispositivi in magazzino per poi dar corso al richiamo. La Guardia di Finanza di Gorizia aveva messo gli occhi sulle mascherine dallo scorso febbraio. Solo in Friuli Venezia Giulia l'attività aveva portato al sequestro di più di un milione e mezzo di dispositivi di protezione destinati al personale sanitario perché non conformi con le normative e quindi pericolosi per la salute. Poi il provvedimento di sequestro è stato esteso a tutta Italia.
LA PROVENIENZA
Da dove sono arrivate queste mascherine non conformi? I finanzieri stanno acquisendo dei documenti da Invitalia Spa, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, di proprietà del ministero dell'Economia, proprio per ricostruire le responsabilità nella catena di approvvigionamento e verificare quante mascherine della stessa tipologia siano state impiegate o sono tuttora in uso a livello nazionale. Fino ad ora sono già state sequestrate oltre 60 milioni di mascherine ferme nei depositi e in attesa di essere distribuite in tutta Italia.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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