Le cimici hanno fatto strage via metà produzione di pere

Mercoledì 26 Settembre 2018
IL DANNO
TREVISO Sembrano avere gusti precisi, apprezzando certi frutti e, persino, varietà specifiche. Una predilezione, quella per le pere dimostrata dalla famigerata cimice asiatica, di cui i coltivatori trevigiani, però, avrebbero fatto decisamente a meno. Il temibile insetto, originario dell'Estremo Oriente, ma ormai da alcuni anni pienamente insediato anche nel nostro territorio, quest'anno ha attaccato in massa gli alberi di pere con effetti devastanti: per le tipologie William e Kaiser metà della produzione, in media, è da buttare, di fatto invendibile. E ben poche zone, nella fascia dove è presente questa coltura nella Marca, possono dirsi indenni: da Nervesa della Battaglia a Montebelluna, fino a San Biagio di Callalta, il bilancio è fortemente negativo.
PROTEZIONI INUTILI
Neppure le reti anti-insetto, installate in molti frutteti, hanno fermato le voraci Halyomorpha halys (questo il nome scientifico). «Una batosta che non ci aspettavamo, che ci ha portato a buttare via un sacco di prodotto - conferma Antonio Borsetto, vicepresidente dei frutticoltori di Confagricoltura Treviso - il tessuto dei frutti in formazione è stato interamente succhiato dagli insetti, causando un effetto sughero con deformazione, marcescenza e nanizzazione». Le cimici paiono gradire meno le pere Abate e Decana: qui i danni riguardano solo il 30 per cento del raccolto.
IL RITARDO
«Nonostante gli allarmi, il pericolo dell'insetto è stato sottovalutato denuncia il rappresentante degli agricoltori del settore -. La Regione ha consentito l'utilizzo di un prodotto efficace, ma con utilizzo limitato a una volta. La deroga è stata data quando i danni erano già compiuti. Bisogna entrare nell'ordine di idee che la cimice asiatica dev'essere considerata come una calamità naturale, alla stessa stregua di una grandinata o di una tromba d'aria».
LE MELE
Meglio è andata con le mele, a cominciare dalle Gale estive alle Golden, in raccolta: «Il danno è stato minore spiega Borsetto - diciamo il 15 per cento di mele totalmente da buttare, oltre a un ulteriore 15 per cento che, a causa di qualche puntura, è stato venduto come prodotto di seconda scelta. Siamo un po' preoccupati per le Fuji, che sono l'ultimo frutto in raccolta tra una settimana e l'anno scorso vennero particolarmente colpite dalle cimici, forse perché non avevano più niente altro da mangiare. Sui kiwi, invece, per ora non vediamo danni. Ma è presto per dirlo: dobbiamo attendere la raccolta, perché sulla scorza pelosa non si vede la puntura e solo aprendo il frutto si può valutare l'eventuale guasto».
M. Zan.
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