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TREVISO La crisi economica, anche nella Marca, non attende quella

Mercoledì 27 Gennaio 2021
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TREVISO La crisi economica, anche nella Marca, non attende quella di governo: il sistema produttivo -e il Paese- non possono permettersi ulteriori ritardi nei ristori per un sostegno immediato a imprese e lavoratori in ginocchio, né tentennamenti nei progetti per favorire la ripresa. Poco importano le formule politiche e ancor meno il gioco di nomi e partiti: di fronte alle dimissioni di Giuseppe Conte, le categorie economiche trevigiane sollecitano la costituzione in tempi rapidi di un nuovo esecutivo coeso e stabile, che possa rimettersi al lavoro quanto prima e possa assumere i provvedimenti necessari. Tutte le categorie della Marca sono sulla stessa lunghezza d'onda: serve una svolta. E serve subito.
TROPPE INCERTEZZE
Lo ribadisce Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro: «Il Covid sta continuando a infierire sulla nostra economia, con effetti incalcolabili su imprese e società. Ora la crisi politica accresce il senso di incertezza e disorientamento, anche sui provvedimenti urgenti di ristoro alle imprese colpite dalle restrizioni e l'occasione storica del Recovery Plan da cui passa il futuro del nostro Paese. Il rischio è di compromettere la ripresa che stiamo rincorrendo quest'anno e che è necessaria, se non vogliamo pagare tutti un prezzo altissimo». Per scongiurare questo scenario, il leader degli industriali di Treviso e Padova chiama la politica ad «un sussulto di responsabilità». «Ci auguriamo che si esca in fretta da questo stallo e che possa emergere un Governo all'altezza della sfida con un'ampia e solida base parlamentare e unità d'intenti per il bene del Paese. Unità che dovrà improntare anche il contributo delle parti sociali, che tanta parte hanno avuto e hanno nella tenuta economica e sociale del nostro Paese, in un momento così grave. Ancora una volta riponiamo la nostra speranza nella saggezza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella».
SETTORI BOCCHEGGIANTI
Tra i settori più colpiti il commercio e il turismo. «Siamo preoccupati per la situazione che stiamo vivendo e doppiamente preoccupati per come la stiamo gestendo a livello Paese -conferma Federico Capraro, presidente della Confcommercio trevigiana- Alle imprese non interessa chi, ma cosa e come. Serve la capacità di prendere decisioni forti, non solo per il quotidiano, ma anche per dare prospettive future: se la politica non è in grado di farlo rapidamente, si pensi a soluzioni tecniche». Proprio la ripartenza delle piccole imprese deve essere la priorità: «Ma non lo dico per un interesse di bottega, ma perché queste realtà sono il motore della Marca e del Paese. E non potranno rimettersi in corsa con le stesse regole di prima, dobbiamo prevedere per i settori più colpiti condizioni straordinarie per 5 anni per farli ripartire. Hanno subito un terremoto, servono leggi speciali come per la ricostruzione dopo una calamità».
TENSIONI SOCIALI
Anche Cna Treviso non nasconde i timori per l'acuirsi delle tensioni sociali: «Questa crisi aumenta il distacco di politica e istituzioni con il Paese reale», denuncia il direttore Mattia Panazzolo. Non è l'unico pericolo: imperdonabile, per l'associazione artigiana, sarebbe perdere il treno del Next Generation Eu. «L'Unione Europea mette dei fondi, facendo debito comune, perché ritiene che tutti gli Stati insieme possano raggiungere obiettivi che da soli non potrebbero raggiungere -argomenta Panazzolo- Per fare ciò l'Europa chiede agli Stati di definire azioni coerenti in linea con gli obiettivi green e digital. L'errore più grave che sta facendo il nostro Paese è trattare i fondi europei come se gli spettassero di diritto. È un atteggiamento distorto rispetto alle finalità del Next Generation UE che richiede invece garanzie sulla effettiva capacità di esecuzione». Per Vendemiano Sartor, tuttavia, sarebbe stato peggio il trascinarsi di un governo ormai troppo indebolito. «Non si poteva continuare ad andare avanti a 20 chilometri all'ora -spiega il numero di Confartigianato Marca Trevigiana- A questo punto, meglio fermarsi e ripartire, per correre però a cento all'ora, con obiettivi chiari e azioni conseguenti».
Mattia Zanardo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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