LA TESTIMONIANZA
CASTELLO DI GODEGO La busta. La diagnosi. E il ricordo di quella

Giovedì 25 Febbraio 2021
LA TESTIMONIANZA
CASTELLO DI GODEGO La busta. La diagnosi. E il ricordo di quella piscina. Vent'anni fa. Di quei bambini scomposti. Che urlavano sempre. Mentre lui si allenava in palestra. Il pensiero che a Massimiliano sarebbe toccato lo stesso futuro. E la disperata decisione. Per capire davvero quali immagini si siano affollate nella mente di Egidio Battaglia nelle tre settimane in cui ha maturato l'omicidio suicidio di sabato scorso, bisogna andare indietro nel tempo. Di parecchi anni, una ventina. Al quel centro sportivo per normodotati e disabili nato a Castello di Godego quando in giro non c'era niente. Nato da un uomo che ha abbracciato l'autismo come servizio, aprendo letteralmente la sua casa, costruendo un b&b su misura. «Egidio, perchè non mi hai detto niente? Sapevi che nessuno più di me poteva aiutarti». Franco Bizzotto, godigese, insegnante di sostegno di bambini autistici e da più di 25 anni responsabile delle cooperative che lavorano con loro, uno dei primi nella castellana a specializzarsi, quasi come missione di vita, nella gestione della sindrome, analizza la tragedia che si è consumata a pochi passi dalla sua abitazione. Ed emerge questo ricordo, questo particolare non irrilevante: gli allenamenti estivi di Egidio ai margini di quella piscina che la neonata associazione di Bizzotto utilizzava per prendersi cura di bimbi autistici gravi.
A STRETTO CONTATTO
«Quando 20 anni fa frequentava la mia palestra, Egidio si allenava dove facevamo esercitare i bambini autistici. Erano in piscina a pochi metri da lui. Urlavano, si dibattevano, strepitavano. Noi all'epoca avevamo appena iniziato a occuparci di loro, eravamo alle prime armi. Avevamo le nostre difficoltà». Così il 43enne, allora giovanotto, toccò con mano l'autismo in tutti i suoi risvolti più drammatici. All'epoca non disse mai nulla. Ma col senno di poi è facile pensare che la sua mente abbia associato, alla diagnosi, le immagini di quell'estate anche se al suo piccolo Massimiliano era stata diagnosticata una forma lieve. Bizzotto non si dà pace. È fondatore e responsabile di Casa Gialla a Castione di Loria, una struttura che ospita a giornata dieci ragazzi autistici dai 18 ai 37 anni e il B&B sociale La farfalla che ospita 4 ragazzi autistici residenziali (uno anche da Verona).
ENORMI PASSI AVANTI
Per anni il prof ha accolto dai 5 ai 7 ragazzi autistici anche in casa sua. «Se Egidio mi avesse chiamato gli avrei detto chiaro e tondo che se mai avessi avuto la necessità di scegliere una tipologia di disabilità, avrei scelto senza dubbio l'autismo. Gli avrei detto proprio così, alla luce della mia esperienza. Da 25 anni ho investito la mia vita sulla corretta gestione di questa sindrome. Gli avrei anche detto che un bambino autistico può aspirare ad avere una vita dignitosa». Con le conoscenze che abbiamo acquisito negli ultimi anni siamo in grado di determinare in maniera positiva il futuro di questi ragazzi coinvolgendo anche le famiglie. Ho ragazzi che non parlavano e ora si relazionano in maniera comprensibile E c'è, tanto per fare esempi concreti, anche chi impara a usare il computer.
LA DECISIONE
Ma Egidio non si è confidato. E in un attimo di profondo smarrimento ha stretto le mani al collo del bimbo prima di togliersi la vita con un fendente alla gola. Egidio forse sentiva il peso e la pena di confidare il suo dramma a una persona molto vicina, che lo conosceva fin troppo bene. «Ma mi chiedo perchè. Lo avrei implorato di non perdersi in ragionamenti distruttivi e di non spaventarsi, perché oggi su certe forme di autismo si può intervenire efficacemente. Lo sapeva? Non credo. E questa per me è una ferita lancinante».
Gabriele Zanchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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