LA STORIA
VALDOBBIADENE Presto lo chiameranno Asilo Unesco. Perché sorge

Giovedì 19 Settembre 2019
LA STORIA VALDOBBIADENE Presto lo chiameranno Asilo Unesco. Perché sorge
LA STORIA
VALDOBBIADENE Presto lo chiameranno Asilo Unesco. Perché sorge nel cuore della core zone, perché racconta una bellissima storia di educazione legata al vino, perché è l'esempio di come la vituperata coltura del glera possa invece produrre benefici concreti per il territorio. La cronaca recente racconta le querelle asili e prosecco che spesso oppongono famiglie, viticoltori e amministratori. Vale dunque la pena di raccontare un asilo che grazie ai proventi del glera da 70 anni prospera e garantisce formazione. Alla Fondazione Asilosanvito Istituto Geronazzo Dalla Longa infatti le rette sono calmierate grazie al fatturato dei vigneti di Prosecco e Pinot Nero di proprietà della Fondazione, frutto di due identici testamenti. Due ettari che garantiscono possibilità di investimento in corsi speciali, hanno permesso la costruzione di un centro parrocchiale e consentono di calmierare le quote mensili e offrire servizi speciali. «Le uve-spiegano dalla Fondazione - conferite alla Cantina Produttori di Valdobbiadene -, rendono circa 50 mila euro lordi a vendemmia. Denaro che viene reinvestito nei progetti extra curricolari per i piccoli studenti della Scuola dell'infanzia (3-6 anni), come la psicomotricità e l'acquaticità. Ne risentono positivamente anche le rette scolastiche, rimaste negli anni invariate».
IL LASCITO
Non avesse il prosecco, l'asilo avrebbe lo stesso problema di tutti gli istituti italiani: il bilancio sarebbe sempre precario nell'attesa dei fondi pubblici. Invece qui è possibile pianificare e programmare investimenti e futuro, grazie alla vendita dell'uva. Questa bella storia nel cuore delle colline ha ormai 70 anni. Tanti ne sono passati da quando vennero aperti i testamenti di Giovanna Geronazzo e Antonia Dalla Longa, nate e decedute a San Vito di Valdobbiadene. Era il 1949; la scoperta fu curiosa. I testamenti erano gemelli: identiche le ultime volontà delle donne. Costruire un asilo per i bambini poveri, investire nell'educazione e nella formazione. La guerra era appena finita, il boom del prosecco neppure preventivato: queste erano terre di emigrazione. Così, nel 49 viene aperto l'Ente morale Asilo Infantile Sorelle Geronazzo e Dalla Longa. Oltre al denaro, in eredità era stato lasciato anche un ettaro di Glera. Ed è sull'uva che si pensò subito di investire. Nessuno avrebbe mai immaginato che in mezzo secolo il vino sarebbe divenuto l'oro delle colline. E che dall'uva si sarebbe potuto ricavare benessere duraturo per l'istituto.
BUDGET
Oggi il budget è sempre costantemente in attivo: la vendita diretta delle uve è oggi intorno ai 50 mila euro lordi. Il vigneto garantisce ricchezza e ha già finanziato la costruzione del Centro Turra, uno spazio di aggregazione annesso all'asilo e gestito da volontari. Ma il vero capolavoro è l'Ipab, divenuto Fondazione Asilosanvito. Tante generazioni di bambini non abbienti sono passate da queste aule, alle famiglie è sempre stato garantito un contenimento delle rette ed oggi l'istituto conta 100 iscritti. Oltre al vigneto di Prosecco, oggi la Fondazione conta sul Pinot Nero impiantato in zona Settolo alto, vicino al Piave. Oggi l'organigramma della Fondazione Asilosanvito vede presidente Matteo Meneghello, designato dal vescovo di Padova. Alla maestra Alessandra Bolese il coordinamento scolastico.
Il 21 gennaio, l'asilo ha tagliato il traguardo dei 70 anni di vita: oltre alla scuola d'infanzia, è stata istituita la Sezione Primavera per accogliere i bambini di 24 ai 36 mesi. Ma durante l'anno la struttura offre anche studio assistito per i bambini delle primarie. Un'oasi di benessere e formazione nel cuore delle colline Unesco, garantita e resa solida dai proventi dei vigneti.
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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