LA STORIA
TREVISO Il gioco del destino ha voluto che la scomparsa di Dino De

Venerdì 24 Luglio 2020
LA STORIA
TREVISO Il gioco del destino ha voluto che la scomparsa di Dino De Poli coincidesse con la classica giornata di riunioni per i vertici di Ca' Spineda: prima il consiglio d'amministrazione e poi quello d'Indirizzo. Entrambi presieduti da Luigi Garofalo, sono stati momenti di governo della Fondazione, ma soprattutto di ricordo. Durante il cdi, tenuto nella sala di Ca' dei Brittoni per rispettare le distanze anti-contagio, Garofalo ha tratteggiato la figura di De Poli attraverso le sue opere e le sue azioni, ricordando: «Se fosse qui sono sicuro che approverebbe le tante cose che stiamo avviando». Poi è toccato a Piero Semenzato, fedele collaboratore dell'ex presidente negli anni ruggenti, ricordarlo con parole particolarmente toccanti. E la figura di De Poli è stata anche evidenziata a Roma, dove Raffaele Baratto (FI) e Dimitri Coin (Lega) hanno proposto di ricordarne l'operato durante la seduta della Camera di martedì. De Poli, dal 1968 al 1972, è stato infatti deputato e membro della commissione Industria e Giustizia.
L'EREDITÀ
Parole e ricordi scivolati sopra quella che è l'eredità lasciata di De Poli. L'amministrazione granda del presidentissimo, alimentata dai duemila miliardi di lire incassati nel 1992 quando la Cassa di Risparmio della Marca Trevigiana confluì in Unicredit, ha portato prima l'acquisto e il recupero di Ca' dei Carraresi, diventata galleria di livello mondiale grazie anche al genio dell'allora emergente Marco Goldin. Poi l'epopea del teatro Comunale, iniziata nel 1999 col primo accordo con Giancarlo Gentilini sindaco per recuperare un simbolo della città ormai immerso nel degrado e conclusa nel 2004 con l'inaugurazione del teatro rimesso a nuovo. E quattro anni prima, nel 2000, il ritorno dell'Università dopo sei secoli d'assenza con le facoltà di Giurisprudenza e Commercio Estero. Nel frattempo De Poli aveva recuperato i teatri Eden e delle Voci e il quartiere latino a Treviso; il Careni a Pieve di Soligo, il Da Ponte a Vittorio Veneto La Loggia di Cison. Sullo slancio aveva rivitalizzato anche l'Oasi di Cervara, ricostruito il cimitero dei Burci lungo la Restera, investito nelle eccellenze agricole e gastronomiche della Marca come la produzione dei formaggi. Aveva anche accarezzato l'idea di portare a Treviso una facoltà di Agraria trovando l'accordo con l'Università del Sacro Cuore di Piacenza. Era tutto fatto quando si mise di mezzo il presidente della facoltà di Agraria di Padova, non così felice di portarsi un concorrente a poche decine di chilometri di distanza. E non se ne fece niente. Fu comunque un periodo luminosissimo per Fondazione, ma sempre il destino stava per presentare il conto.
IL CROLLO
La crisi finanziaria del 2008 si è abbattuta come un maglio su Fondazione Cassamarca. Da un anno all'altro i dividendi di Unicredit sono passato da 10-15 milioni di euro all'anno a zero o quasi. E proprio nel periodo in cui De Poli stava lavorando al suo grande sogno: realizzare la cittadella delle Istituzioni recuperando la vecchia area Appiani. Progetto ambizioso, come sempre. Portato avanti nonostante critiche, polemiche e furibonde liti con l'allora presidente della Provincia Luca Zaia. E trascinato fino all'inaugurazione nel 2009, ultimo slancio di una Fondazione destinata a entrare in una crisi non ancora del tutto passata. I 250 milioni di euro spesi per l'Appiani, garantiti da Unicredit che però non li ha regalati ma regolarmente prestati, pesano ancora sul bilancio di Ca' Spineda. Il buco si è ridotto a 120 milioni, ma continua a condizionare tutta l'attività. A tenere a galla la Fondazione negli anni bui sono state le strategie finanziarie elaborate dal compianto Ferruccio Bresolin, docente di economia di Ca' Foscari, consigliere e grande amico di De Poli. È stato lui a consigliare di ridurre progressivamente la partecipazione in Unicredit, ormai simbolica, e differenziare il portafoglio dei titoli puntando su quelli magari meno redditizi ma più sicuri. Adesso il testimone è passato nelle mani di Garofalo che iniziato la dieta dimagrante fatta di tagli, dismissioni e rinuncia totale a ogni attività immobiliare. Fondazione è tornata a produrre solo ed esclusivamente, cultura.
Paolo Calia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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