LA STAGIONE
TREVISO Il casco dell'astronauta troneggia sulla scrivania della

Venerdì 20 Settembre 2019
LA STAGIONE TREVISO Il casco dell'astronauta troneggia sulla scrivania della
LA STAGIONE
TREVISO Il casco dell'astronauta troneggia sulla scrivania della sala davanti al presidente Beltotto: la stagione stellare 2019 promessa dal Teatro Stabile e dal Comune di Treviso racchiude il meglio di quanto si potesse ottenere vista la situazione in cui è nata. Comunale Del Monaco in bilico fino all'ultimo, transizione in corso tra Cassamarca e Ca' Sugana, pochissimo tempo a disposizione, artisti e compagnie già scritturati, tour programmati. Il direttore Massimo Ongaro dosa con cura le parole, ma il cartellone che quest'anno dovrà rilanciare «la cultura di Treviso» è davvero un piccolo miracolo. In primis della politica: non è un caso che ieri, alla presentazione della stagione, si sia materializzato anche il governatore Zaia a godersi le lodi per l'operazione («Senza Zaia e la Regione tutto questo non sarebbe stato possibile» conferma il sindaco Conte). Ma è anche un piccolo miracolo nato da alchimie, rapporti e relazioni che lo Stabile riesce a creare. E che gli consente di entrare a Treviso senza scuotere troppo gli animi. «Vogliamo accontentare tutti - sentenzia Beltotto - faccio entrare dalla finestra quei generi non frequentati: basta con le compagnie di giro, gli attori e soliti noti che hanno occupato i teatri d'Italia finora».
IL PROGETTO
Sarà anche vero, ma la struttura della prosa, sostanzialmente, non cambia molto rispetto al passato, con il solito Sebastiano Lo Monaco che non manca mai in città (stavolta con Antigone, ma a Padova proporrà Per non morire di mafia): il new deal firmato Stabile abbraccia tutti i generi, dal teatro impegnato di Paolini all'operetta di Abbati, passando per i comici Ale & Franz e Teresa Mannino, con alcune proposte più curiose. Come il geniale trasformista Ennio Marchetto chiamato ad accendere la sera di San Silvestro con le sue magiche creazioni di carta, o il duo comico veneziano Carlo & Giorgio, promosso in cartellone con un Temporary Show diretto da Gioele Dix (8 aprile), senza scordare l'omaggio alla marionetta del teatro popolare russo Petruka del coreografo Virgilio Sieni, ex direttore della Biennale danza di Venezia. Nel mezzo, la scommessa della produzione, per lo Stabile punto chiave per ottenere più punteggi e finanziamenti dal Ministero. Accanto al già rodato Giuseppe Emiliani in La casa nova di Goldoni, ecco la vera grande novità del cartellone, il debutto alla regia dell'attrice trevigiana Michela Cescon, che stavolta adatta per il palco La donna Leopardo di Moravia affidando la scena ad un gruppo di attori. Infine la compagnia di saltimbanchi Stivalaccio alle prese con un Moliere e il malato immaginario in un suo ultimo viaggio. Tre lavori che ruoteranno anche negli altri teatri dello Stabile, il Verdi di Padova e il Goldoni di Venezia.
LE CONNESSIONI
Con Padova e Venezia il Del Monaco di Treviso si ritrova anche a condividere altre proposte della stagione, a partire da Marco Paolini (Nel tempo degli dei) chiamato ad inaugurare il cartellone della prosa trevigiana il 22 novembre poi atteso al Verdi e al Goldoni. Anche Ennio Marchetto, Sieni, Frassica, Ale & Franz, la compagnia di danza Naturalis Labor e l'immaginifica regista Serena Sinigaglia col suo Macbeth si muoveranno tra Treviso, Padova e Venezia. Se la prosa è ben delineata, la parte legata a musica e concerti è ancora in via di definizione. La Lirica si apre con Madama Butterfly di Puccini, prosegue a novembre con La Statira di Albinoni e a dicembre con Donizetti (Rita) e Puccini (Gianni Schicchi), ma il cartellone dei concerti, «che sarà importante» come premette Conte, non è ancora completo: «È già tracciato - aggiunge Ongaro - mancano soltanto alcuni dettagli tecnici per chiudere e presentarci al pubblico» che intanto, dal 24 settembre potrà accedere agli abbonamenti. Dopo tutto, «Treviso ha una lunga e profonda storia in ambito musicale, con eccellenze in campo della lirica e della concertistica», ricorda il maestro Marcon presente in sala. Conte rassicura i presenti, il cartellone non deluderà nessuno, e «per festeggiare i 150 anni del Teatro abbiamo in mente un grandissimo evento con protagonisti a livello internazionale». Nel mezzo, però, c'è anche la questione Filarmonia Veneta, che da tempo cerca di riportare la propria sede da Rovigo a Treviso. «La Filarmonia è un interlocutore importante - chiude Ongaro - e sarà impiegata nell'ultima delle tre opere di lirica in programma». Discorso diverso per la sede, «un'orchestra ha bisogno di spazi per provare. E il teatro Del Monaco è un po' piccolo». La palla ora passa al Comune.
Chiara Pavan
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