LA PROTESTA
TREVISO «Siamo stati lasciati in prima linea senza difese. Se

Sabato 29 Febbraio 2020
LA PROTESTA
TREVISO «Siamo stati lasciati in prima linea senza difese. Se non ci verranno distribuite le mascherine e gli altri presidi indispensabili per affrontare l'emergenza sanitaria in corso, ci rivolgeremo alla Procura. Non vorremmo mai arrivare a tanto. È l'extrema ratio. Ma se le cose non cambieranno, di fatto non avremo alternative. Qui si sta attentando alla nostra salute e a quella delle nostre famiglie. E nessuno ci ascolta». Salvatore Cauchi, presidente regionale dello Snami, sindacato dei medici di famiglia, oltre che dottore di base a Pieve di Soligo, è pronto a portare la gestione dell'emergenza legata al nuovo coronavirus direttamente in tribunale. Nel mirino ci sono l'Usl della Marca e, in ultima istanza, la Regione. «I medici di famiglia sono tra i più esposti scandisce nonostante questo, oggi operano praticamente senza difese. Lo dico in anticipo: se dovessero emergere contagi tra i dottori di base, faremmo subito scattare una denuncia. Sembra sia l'unico modo per farci ascoltare».
LE DOTAZIONI
Le mascherine sono attese da ormai una settimana negli ambulatori del territorio. L'azienda sanitaria ne ha ordinate 50mila, più i sovracamici e i gel igienizzanti. Parte del materiale è già stato distribuito. Ma il grosso deve ancora arrivare. «Fino ad ora solo alcuni medici hanno ricevuto i dispositivi», conferma Brunello Gorini, segretario della Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia, dottore di base a Salgareda e Ponte di Piave. Questo perché anche i grossisti sono in difficoltà alla luce dell'impennata delle richieste. Attualmente effettuano le consegne a singhiozzo. Ieri Cauchi ha fatto il punto della situazione anche con il prefetto di Treviso, Maria Rosaria Laganà. Dalla Prefettura hanno risposto che faranno presente il problema all'azienda sanitaria provinciale. A tal proposito, nell'incontro andato in scena giovedì tra i vertici dell'Usl trevigiana e i sindacati del mondo della sanità è emerso che i presidi in questione dovrebbero essere consegnati entro mercoledì della prossima settimana. Vale per i medici così come per gli infermieri e per tutto il personale sanitario. «Nelle ultime settimane è aumentato l'utilizzo dei dispositivi sottolinea Sara Tommasin, rappresentante della Fp Cgil ma ci hanno assicurato che sono già stati fatti gli ordini. Il materiale mancante è in fase distribuzione. Ovviamente con l'avvertenza di utilizzarlo con criterio. Da parte nostra, abbiamo naturalmente ribadito che è necessaria la tutela degli operatori, perché sono gli stessi operatori che poi vanno a garantire la salute e la sicurezza dei cittadini. Di conseguenza è necessario che siano effettivamente in grado di svolgere il loro lavoro appieno».
A DOMICILIO
Su questo fronte, gli infermieri sono anche pronti ad aumentare le loro attività andando a fare il triage direttamente a casa delle persone che potrebbero essere state colpite dal coronavirus. La proposta è stata messa sul tavolo regionale dall'Ordine delle professioni infermieristiche del Veneto, che a sua volta ribadisce la necessità di dotare tutti i professionisti sanitari dei dispositivi di protezione individuale necessari. «È possibile potenziare il servizio infermieristico di assistenza domiciliare e dell'infermiere di famiglia, anche attivando i liberi professionisti tira le fila Samanta Grossi, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Treviso sia per garantire una maggior vicinanza alla popolazione che per avere un'ulteriore funzione di filtro per evitare l'intasamento dei servizi e il sovraffollamento degli ambulatori medici».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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