LA PROTESTA
TREVISO I quaranta camici bianchi che venerdì hanno incrociato

Domenica 17 Ottobre 2021
LA PROTESTA
TREVISO I quaranta camici bianchi che venerdì hanno incrociato le braccia, tra medici e operatori della sanità, ora rischiano una sanzione. E non è escluso che sia pure pesante: si va dal taglio dello stipendio alla sospensione. Nel mirino ci sono i dipendenti dell'Usl 2, compreso uno specialista, che hanno aderito allo sciopero negli ospedali proclamato nei giorno dell'entrata in vigore del Green pass obbligatorio per i lavoratori. La commissione di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali l'ha definito illegittimo. E l'Usl ora procederà su questa base.
LA PROCEDURA
«I dipendenti verranno rinviati alla commissione disciplinare annuncia il direttore generale Francesco Benazzi la procedura è codificata. I lavoratori, com'è ovviamente giusto, avranno la possibilità di difendersi. Poi toccherà alla commissione prendere una decisione». Quale potrebbe essere? Si va dal taglio di una percentuale dello stipendio per un determinato periodo fino alla sospensione temporanea dal lavoro. Parallelamente verrà analizzata anche la posizione di Riccardo Szumski, medico di famiglia-sindaco di Santa Lucia, paladino delle cure domiciliari e riferimento delle galassie No-Vax e Free-Vax, che ha a sua volta aderito allo sciopero. È l'ennesima volta che il suo nome finisce sotto la lente. L'Usl l'ha già segnalato all'Ordine dei medici di Treviso per i suoi distinguo sui vaccini anti-Covid. Di seguito, l'ha segnalato ai Nas, oltre che all'ufficio legale della stessa azienda sanitaria, per alcuni certificati di esenzione dal vaccino fatti a pazienti di altri medici di famiglia. E la sua posizione rimane anche allo studio della commissione ad hoc istituita dall'Usl per verificare il rispetto dell'obbligo vaccinale da parte del personale sanitario.
IL PRONUNCIAMENTO
Su quest'ultimo fronte, proprio domani potrebbe arrivare il pronunciamento riguardante Szumski e altri tre medici di famiglia, tra Oderzo e Povegliano, che non si sono vaccinati contro il coronavirus. Se non sarà emerso un valido motivo per evitare l'iniezione anti-Covid, scatterà la sospensione fino alla fine dell'anno, con annesso taglio dello stipendio. E 6mila pazienti dovranno cambiare riferimento in ambulatorio. Che i lavori della commissione stiano ormai vedendo il traguardo è confermato anche dalle sospensioni arrivate nelle case di riposo. L'Israa di Treviso, ad esempio, ha lasciato a casa 4 operatori non vaccinati: alle prime due segnalazioni delle Usl di Venezia e San Donà, ora se ne sono aggiunte altre due dall'Usl della Marca. L'introduzione del Green pass obbligatorio, intanto, sta cambiando le cose. Solo negli ultimi giorni 80 dipendenti dell'Usl 2 si sono sottoposti all'inoculazione della prima dose anti-Covid. «Si sono rivolti ai centri vaccinali tra giovedì e venerdì», conferma il direttore generale. Una buona parte di questi dovrebbe rientrare tra i 150 lavoratori, in teoria gli ultimi, che sono in attesa del pronunciamento della commissione. Fosse confermato, dopo 61 sospensioni tra i dipendenti dell'Usl, ne resterebbero in ballo ancora 70. Altri per il momento hanno scelto di andare avanti sottoponendosi ai tamponi periodici per avere il Green pass temporaneo. L'Usl ha confermato che due infermiere si sono presentate alle porte dei reparti degli ospedali senza certificazione verde. «Una ha accettato di fare il tampone, mentre l'altra è tornata a casa», rivela Benazzi. Il cerchio si chiuderà con la fine dei lavori della commissione chiamata a notificare le ultime eventuali sospensioni. (m.f.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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