La prima del nuovo vescovo «Mi guida lo spirito familiare»

Martedì 20 Agosto 2019
LA VISITA
TREVISO «La Chiesa deve imparare dallo spirito familiare». Attento alle persone, concreto, sempre sorridente, disposto all'ascolto. Così don Michele Tomasi ha voluto conoscere i nuclei trevigiani della Scuola di formazione familiare pochi giorni fa. Verrà ordinato il 14 settembre nel Duomo di Bressanone e assumerà la guida della diocesi trevigiana ufficialmente il 6 ottobre, ma il sacerdote ha già compiuto la prima visita importante nella nuova diocesi. Due giorni fa ha cenato con un gruppo nutrito di trevigiani in ritiro in Alto Adige: «È stato un momento emozionante - conferma don Francesco Pesce - abbiamo subito avuto la sensazione di trovarci di fronte a una persona molto attenta ai problemi concreti delle persone, predisposta all'ascolto, che dà molto peso alle relazioni».
L'APPUNTAMENTO
Invitato dalla Scuola di formazione familiare (espressione del Centro della Famiglia) Tomasi, insieme a Johanna Brunner, direttrice della pastorale familiare della Diözese Bozen-Brixen, si è subito reso disponibile per un incontro improntato a grande cordialità: «Io posso essere felice solo se sono causa della tua felicità. È in relazione con te che io conosco me - ha detto alle famiglie - Famiglia non è un serbatoio di servizi per continuare le strutture della Chiesa. Non mi immagino la Chiesa staccata dalle famiglie. La Chiesa deve acquisire il senso del familiare, lo stile familiare: la normalità della vita quotidiana, dove si vuole dover stare insieme e dove si deve voler stare insieme». Don Pesce conferma come ci sia molta attesa per questo nuovo vescovo: «Personalmente auspico che ci faccia camminare verso la chiesa del futuro, che aiuti la Diocesi ad entrare davvero in dialogo coi problemi autentici del mondo». Per questo motivo il futuro vescovo, che giorni fa aveva già incontrato l'Azione Cattolica trevigiana a Lorenzago, ha voluto stare in mezzo ai nuclei familiari e ai ragazzi che gli hanno tributato una grande accoglienza.
IL FUTURO
La sua nomina, comunicata il 24 giugno scorso, non era attesa. «Per me è stata una vera sorpresa. Mai avrei immaginato che il mio nome sarebbe arrivato a sud di Borghetto» ironizzava monsignor Tomasi: «Confesso che avevo grande desiderio di rinunciare, anche se poi fai fatica a pensare come dire di no. Ho pensato poi al tema pastorale di quest'anno, Dono chiamata missione'». A far breccia nel cuore delle persone anche la trasparenza con cui il futuro vescovo ha raccontato la difficoltà nel recidere il cordone ombelicale con i suoi luoghi: «Faccio fatica ad andare via da qui, dove è la mia vita, mi sento sudtirolese e altoatesino. Non desidero andare via, però la mia vocazione è da sempre quella di annunciare il Vangelo. Se ora vengo chiamato a portare la Buona Notizia a Treviso, allora sono pronto a farlo». L'umanità di Tomasi non è passata inosservata nell'incontro a Bressanone: «È stato importante che sia venuto al Centro di formazione della famiglia, un luogo in cui cerchiamo di lavorare sul senso delle relazioni e su come rafforzare le relazioni familiari all'interno del nucleo e nella società. Prendersi cura delle relazioni» conclude don Pesce.
Elena Filini
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