LA POLEMICA
TREVISO «Siamo lasciati allo sbaraglio. Ed è inutile dire

Giovedì 27 Febbraio 2020
LA POLEMICA
TREVISO «Siamo lasciati allo sbaraglio. Ed è inutile dire che siamo arrabbiati, delusi e troviamo vergognosa una disorganizzazione che mina la nostra salute, le nostre vite, quelle dei nostri familiari e quelle di migliaia di pazienti, per i quali rappresentiamo spesso la prima frontiera». Salvatore Cauchi, presidente regionale dello Snami e medico di famiglia a Pieve di Soligo, non usa giri di parole. I dottori di base sono infuriati perché, come denunciano loro stessi, fino a questo momento non hanno ancora ricevuto gli strumenti indispensabili per mettersi al riparo nell'emergenza legata al nuovo coronavirus. Cioè mascherine adeguate, sovracamici, guanti e così via. «I medici di medicina generale continuano a essere sprovvisti dei presidi indispensabili per affrontare l'emergenza, nonostante le incessanti e continue richieste -spiega Cauchi- solo ieri alcuni di noi sono stati dotati di una mascherina chirurgica, assolutamente non idonea e non omologata, e di un solo camice monouso». «Siamo lasciati allo sbaraglio -aggiunge- in una situazione di emergenza in cui le istituzioni e la politica, pur comprendendo anche le loro difficoltà, dovrebbero proteggerci e farci da basi solide. Chiediamo spiegazioni, risposte e soprattutto azioni concrete immediate».
LA FIMMG TREVIGIANA
La Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia, evidenzia le stesse problematiche. «Solo qualcuno ha iniziato a ricevere i presidi, come le mascherine -conferma il segretario Brunello Gorini- a questo punto forse la distribuzione avrebbe dovuto essere completata». Dal canto proprio, l'Usl della Marca fa sapere di aver già acquistato 50mila mascherine. Il punto è che arrivano a singhiozzo a causa dell'elevata richiesta. «Sappiamo che anche gli stessi specialisti in servizio nei vari poliambulatori dell'Usl lamentano queste carenze -conclude Gorini- i medici di famiglia, tra l'altro, hanno avviato il triage telefonico che consente di filtrare i pazienti che arrivano negli ambulatori. Per chi ha visite prenotate da tempo, invece, la situazione è diversa. A livello generale credo che un'organizzazione un po' più attenta delle attività per rispondere all'emergenza sanitaria in corso sarebbe stata doverosa». (mf)
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