La paura degli albergatori: «Mancano i grandi eventi»

Martedì 20 Agosto 2019
La paura degli albergatori: «Mancano i grandi eventi»
I GESTORI
TREVISO La Treviso turistica? Promossa con riserva. Giovanni Cher, referente degli albergatori trevigiani ha una richiesta chiara: «Il Comune faccia qualcosa che porti la gente a dormire in città». È bella si mangia bene, è curata, ma il marketing culturale alla Goldin è un lontano ricordo: «Dobbiamo dire quel che è: le grandi mostre hanno riempito gli alberghi, ora nonostante la buona volontà, le prime proposte della nuova amministrazione non hanno fatto breccia nel cuore dei visitatori».
I RISULTATI
Cher rileva come il turismo in città ad agosto non si sia attestato sui livelli previsti: «Come Federalberghi dico che è andato proprio male - sottolinea - del resto noi il nemico lo abbiamo in casa e si chiama affittanza turistica. Un mostro che erode 400 posti letto al giorno alle strutture alberghiere. Detto questo, anche se il centro di Treviso è sempre più frequentato, il tipo di visitatore che arriva in città non è il turista delle città d'arte». Secondo Cher lo straniero in gita nella Marca è di passaggio: «Cosa chiede? Di mangiare benissimo, di dormire in un posto carino e di farsi un giro in centro. Non programma di solito il tour culturale al museo. A questo turista bisogna offrire il grande evento, in modo che possa fermarsi almeno una notte. E questo l'ha fatto solo Marco Goldin. Con tutto il rispetto, anche kermesse validissime come Suoni di Marca, ad esempio, sono chiaramente pensate per la residenzialità. Portano indotto ma non fanno decollare gli alberghi grazie al pubblico». Cher sottolinea come la Fondazione Marca Turismo si stia muovendo bene: «Sono presenti dappertutto. Quello che serve - osserva - è una regia più accurata dal punto di vista dell'amministrazione». Analizzando il flusso dell'estate si è visto che in molti transitano dal capoluogo per andare sulle colline. «Bisognerebbe agganciarsi a quel trend e fare dei pacchetti ragionati. Ma quello che va migliorato è il marketing. Mi rendo conto però che si tratti di un anno interlocutorio. Vediamo con la grande mostra sul Rinascimento in autunno».
LE LAMENTELE
Vocazione turistica e abitudini da città residenziale: Treviso è davvero la Mecca dell'ospitalità? Alcuni operatori hanno lamentato come in agosto il sistema paia aver dimostrato più di una crepa: «Settimana da dimenticare: passavo le mattinate in bici per capire quali fossero i locali aperti. Moltissimi in zona San Tomaso e Pescheria sono andati in vacanza. Difficilissimo consigliare i visitatori, per non parlare degli acquisti». Beppe Mora, che gestisce con la compagna la Locanda San Tomaso, ha polemizzato con le molte chiusure: «Troppi per troppi giorni: se sono chiusi 8 ristoranti su 10, se intere vie del centro hanno le serrande abbassate non ci siamo. O ci si attrezza come progetto, dal momento che Treviso si spaccia per città a vocazione turistica, oppure dovrò suggerire agli ospiti di portarsi il panino da casa». Ma Federico Capraro, presidente di Ascom, smorza i toni: «Mi dispiace ma non concordo. Trovo invece che quest'anno i servizi fondamentali siano stati garantiti. Sia nel residenziale, sia nel turistico. Anzi, rispetto agli scorsi anni ci sono state molte più opportunità per i visitatori.Per il turismo agostano, che da noi è essenzialmente un turismo di passaggio, il servizio a rotazione era garantito».
Elena Filini
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