LA PANDEMIA
TREVISO È rimasto tre giorni in terapia intensiva con la ventilazione

Venerdì 18 Giugno 2021
LA PANDEMIA TREVISO È rimasto tre giorni in terapia intensiva con la ventilazione
LA PANDEMIA
TREVISO È rimasto tre giorni in terapia intensiva con la ventilazione assistita. Poi, nonostante la polmonite causata dal Covid, le sue condizioni sono migliorate e ha fatto ritorno nel reparto ordinario. Si è concluso così il primo ricovero nella rianimazione del Ca' Foncello di un trevigiano che si era regolarmente vaccinato contro il coronavirus. Ad oggi non ci sono precedenti nella Marca. «Sappiamo che purtroppo non tutte le persone rispondono allo stesso modo alla vaccinazione spiega Antonio Farnia, primario dell'unità di Anestesia e rianimazione, in questo caso c'è stata una mancata risposta degli anticorpi. Dopo il ricovero in terapia intensiva comunque il recupero è stato relativamente veloce. Con ogni probabilità proprio grazie alla vaccinazione non ci sono state complicanze più gravi».
L'ATTENZIONE RESTA ALTA
Si tratta di un caso isolato. Martedì tutte le rianimazioni degli ospedali trevigiani erano tornate Covid free: dopo le dimissioni di un 39enne e di un 77enne con problemi di obesità e diabete (entrambi non vaccinati) non era rimasto un solo paziente infetto. L'andamento dell'epidemia, però, è carsico. Così come gli effetti del virus sulle persone contagiate. E l'altro ieri c'è stato un nuovo ingresso nella terapia intensiva di Treviso. È stato ricoverato un 59enne, attualmente intubato, le cui condizioni erano peggiorate dopo un giorno nell'area semi intensiva della pneumologia, dove l'ossigeno ad alti flussi si è rivelato insufficiente. «I ricoveri sono diminuiti in modo deciso, ma non sono ancora completamente azzerati. Anzi, forse stavolta non arriveremo all'azzeramento visto l'estate dell'anno scorso avverte Farnia restano delle situazioni a rischio. Per questo abbiamo deciso che terremo sempre almeno due posti letto in rianimazione dedicati al Covid».
L'ANDAMENTO
Quel che è certo è che ad oggi fortunatamente non si vedono colpi di coda dell'epidemia. Il tasso medio provinciale è pari a 11 casi settimanali per 100mila abitanti. Uno dei più bassi registrati fino a questo momento. Tutti i 94 comuni della Marca sono verdi. Cioè contano meno di 50 casi settimanali per 100mila abitanti. Sempre più lontani dal livello di guardia dei 250 casi. Anche il focolaio di variante indiana che era esploso nella comunità Sikh di Ormelle è andato spegnendosi. In tutto ciò, l'indice Rt attualmente si attesta a 0,46. Anche questo lontano da quota 1, oltre la quale l'epidemia riprende a espandersi rapidamente. Il totale dei contagi registrati nell'ultima settimana nel trevigiano è sceso a 101. I più colpiti sono i giovani: esattamente 21 casi tra gli under 15, 33 tra i 16 e i 19 anni, 18 tra i ventenni e 11 fra i trentenni. Mentre non c'è stato nessun contagio tra le persone con più di 70 anni.
LE VACCINAZIONI
La campagna anti Covid va avanti spedita. Entro il 10 agosto il 70% dei trevigiani vaccinabili (sopra i 12 anni) avrà ricevuto almeno la prima dose. L'altro ieri sono arrivate quasi 40mila nuove dosi di Pfizer. Si sono aggiunte alle 5mila di Moderna inviate dalla Regione per coprire il caos AstraZeneca, cioè il cambio del siero per il richiamo per i circa 3.300 trevigiani sotto i 60 anni che avevano ricevuto la prima dose del vaccino anglo-svedese. Ieri, infine, c'è stato un inghippo del centro vaccinale di Riese. Il blocco del sistema informatico ha causato un'ora di ritardo. «In più, ci sono state 158 persone che hanno anticipato la seconda dose specificano dall'Usl e questo ha portato all'arrivo di un numero maggiore di persone rispetto a quanto inizialmente previsto». Verso sera, comunque, la situazione è tornata alla normalità.
M.Fav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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