Anna Padovan, moglie di Paolo Tamai e figlia di Giovanni Padovan, vittima e omicida della tragedia familiare consumatasi domenica mattina in via Nerbon a Silea, è ancora ricoverata in ospedale a Treviso. Il malore accusato dopo aver visto il corpo esanime del marito e aver assistito alle prime fasi dell'intervento dei carabinieri che hanno convinto il 91enne asserragliato in casa ad aprire la porta e a consegnarsi, le ha causato un violentissimo choc. Tanto che i medici del Ca' Foncello, in accordo con la direzione sanitaria, hanno deciso di trattenere la donna per alcuni giorni prima di dimetterla. Per offrirle maggior tutela è stato disposto un cordone sanitario che la isola dal resto dei pazienti dell'ospedale, in modo che possa riposare con maggiore tranquillità. Nemmeno gli investigatori della Procura, per il momento, hanno potuto rivolgerle domande. Lo faranno nei prossimi giorni, sentendo anche le figlie Jessica e Laura. Di sicuro la testimonianza di Anna potrebbe rivelarsi fondamentale per chiarire il motivo che ha fatto scatenare la furia omicida di Giovanni Padovan, che dopo uno dei tanti battibecchi con il genero, ha imbracciato la sua vecchia doppietta e ha esploso un colpo centrando in pieno il 63enne, che verrà sentito domattina in carcere dal gip Angelo Mascolo nel corso dell'udienza di convalida dell'arresto effettuato dai carabinieri di Treviso.
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