La mamma in obitorio: «Si, quella è la mia Sofiya»

Venerdì 19 Gennaio 2018
La mamma in obitorio: «Si, quella è la mia Sofiya»
CORNUDA
« È lei. È la mia Sofiya». Valentina, quando l'ha vista, non ha più avuto alcun dubbio. Lei che per settimane aveva continuato a sperare che quel corpo di donna rinvenuto la vigilia di Natale sul Grappa non fosse di sua figlia, si è dovuta rassegnare mercoledì, in obitorio a Treviso. Tutti, ma proprio tutti, dai suoi familiari al suo avvocato, le avevano sconsigliato di vedere il corpo martoriato della sua bambina, Sofiya Melnyk, la 43enne ucraina scomparsa da casa il 15 novembre dello scorso anno e il cui cadavere è rimasto esposto per oltre un mese alle intemperie e agli animali, che lo hanno in parte dilaniato. Volevano risparmiarle lo choc. Ma lei non ha voluto sentire ragioni. E dopo essere entrata in obitorio ha subito notato un dettaglio, sulle gambe di quel corpo, che le hanno fatto capire che si trattava proprio di Sofiya. Non vi era più alcun dubbio.
DISPERATA
Valentina Sidash, assieme all'ex marito Antonio Zamattia e all'avvocato Francesco Zacheo, martedì mattina era stata anche in Procura. Ha incontrato il sostituto procuratore Giulio Caprarola, titolare dell'inchiesta per l'omicidio di Sofiya, davanti al quale è scoppiata in lacrime. «Voglio sapere chi è stato a ucciderla, e se sia stato davvero Pascal» ha detto la donna, tornata in Italia dall'Ucraina anche per sottoporsi a un tampone salivale da confrontare con il Dna di Sofiya. «Valentina ha riconosciuto il corpo di Sofiya e ora speriamo che, per la prossima settimana, la Procura possa concedere il nulla osta - afferma il legale assunto dalla famiglia, Francesco Zacheo -. Serve ancora un po' di tempo perché il Ris potrebbe avere ancora bisogno di raccogliere dei campioni. Speriamo che tramite le loro analisi, iniziate in questi giorni, si possa arrivare ad ulteriori elementi per chiarire al meglio l'intera vicenda».
L'INDAGINE
L'unico sospettato per la morte di Sofiya, al momento, è il compagno Pascal Albanese, 50 anni, toltosi la vita lo scorso 30 novembre. «Ma manca la pistola fumante» ha ribadito in più occasioni il procuratore. Chissà se si troverà mai. Di certo Sofiya voleva lasciarlo, voleva andare a vivere con un uomo conosciuto da pochi mesi, l'ultimo, a quanto pare, di una lunga lista di amanti. Ma per il quale aveva deciso di cambiare vita una volta per tutte.
A.Belt
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci