LA DECISIONE
TREVISO Tutti a Treviso, nella grande sala del consiglio provinciale

Giovedì 14 Novembre 2019
LA DECISIONE TREVISO Tutti a Treviso, nella grande sala del consiglio provinciale
LA DECISIONE
TREVISO Tutti a Treviso, nella grande sala del consiglio provinciale che per un giorno, o forse anche più, diventa il cuore del Veneto fiaccato dalla nuova ondata di maltempo. Oggi alle 10,30 la sede della Provincia, al Sant'Artemio, si aprirà per ospitare i consiglieri regionali sfrattati da palazzo Ferro-Fini finito sott'acqua. Le foto delle poltrone sommerse, dei divani in pelle galleggianti e dei consiglieri che cercavano riparo sulle scale e con i pantaloni alzati a mezzo polpaccio, hanno fatto il giro delle rete. Martedì sera era in corso la discussione sul bilancio della Regione quando l'acqua ha iniziato a salire. E non si è più fermata. Impossibile continuare a discutere quando anche la sala del consiglio è diventata una vasca da bagno. Ma il bilancio non è un argomento che può aspettare: va approvato entro la fine dell'anno. E prima va discusso in ogni sua parte. Da qui la necessità di trovare una sede alternativa. La conferenza dei capigruppo in Regione ha quindi pensato di chiedere ospitalità al presidente della Provincia Stefano Marcon, che non ci ha pensato sopra due volte: «Certo che potete venire». E così oggi, per la prima volta, il consiglio regionale si riunisce nella Marca. E potrebbe rimanerci per qualche tempo, fino a quando a Venezia non sarà tornato almeno un barlume di normalità.
LA PAURA
Intanto continuano a inseguirsi le immagini e le voci di una serata che nessuno dimenticherà. Martedì notte Andrea Zanoni (Pd), raccontava con un video l'acqua che saliva e spingeva consiglieri e impiegati, in tutto una quarantina di persone, ai piani alti di palazzo Ferro-Fini: «Qualcuno potrebbe pensare che tutto ciò non fosse prevedibile, non è così - sottolinea polemicamente - i numerosi e precisi bollettini sull'acqua alta e soprattutto le sirene in azione ci dicevano solo una cosa: evacuare Palazzo Ferro Fini. E invece il Presidente del Consiglio e i rappresentanti della Lega hanno voluto proseguire ad oltranza creando una serie di disagi aggiuntivi comprese le gravi difficoltà degli addetti ai servizi di trasporto via acqua che hanno dovuto azzardare anche manovre pericolose». Qualcuno, in una serata da tregenda, ha anche ipotizzato di dover passare la notte in qualche ufficio ai piani alti. Ma non è stato così: «Verso l'una di notte - ricostruisce Riccardo Barbisan - siamo riusciti ad uscire. Siamo andati via con le barche. L'acqua ha prima invaso la sala adiacente a quella del consiglio, poi è entrata dove eravamo noi: in pochissimi minuti era completamente allagata. Abbiamo aspettato ai piani alti che il livello scendesse: dentro sarà stata un metro e mezzo, fuori oltre il metro e ottanta. E poi il vento, fortissimo e spaventoso: mai viste onde così alte nei canali. Era l'immagine di una Venezia terribile. L'aria piena dell'urlo delle sirene d'allarme per l'acqua alta, di quelle dei mezzi dei vigili del fuoco, del Suem e delle forze dell'ordine che tentavano di dare una mano. In giro non si vedeva anima viva, sembrava veramente il giorno del Giudizio, il giorno in cui il Signore si porta via tutto. La città adesso è piagata, una cosa angosciante».
«STA SALENDO»
Poco prima che la situazione degenerasse, Silvia Rizzotto (Lista Zaia) scriveva sul proprio profilo: «All'esterno del nostro Palazzo il livello dell'acqua sale senza sosta! La nostra Venezia, però, anche con tutti questi disagi, resta davvero magica». La magia però si è dissolta ben presto. Dopo tre ore, i toni erano del tutto diversi: «È un vero disastro! L'acqua si è spinta a livelli incredibili, e dietro di se sta lasciando danni pesantissimi a palazzi, case, edifici, attività». Un disastro ancora più chiaro quando il sole è sorto. E oggi, a Treviso, i consiglieri proveranno a mettersi tutto alle spalle per tornare a parlare di conti e risorse.
Paolo Calia
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