La crisi profonda del Pd: «Senza parlamentari e senza soldi»

Lunedì 19 Marzo 2018
L'ANALISI
TREVISO «Mai ci saremmo aspettati una sconfitta di questa gravità. In questo doloroso momento c'è la volontà di cogliere i segni del disagio per ricostruire, su nuove basi». Ha esordito così il segretario provinciale del Pd Giovanni Zorzi ieri nella sala congressi di Ca' del Galletto davanti ad oltre 200 dem riuniti nell'assemblea dopo il voto del 4 marzo. «Per la prima volta dal dopoguerra il nostro territorio è sguarnito di rappresentanti in Parlamento, siamo passati da 3 a zero, la situazione è drammatica» ha continuato Zorzi, annunciando «l'apertura di un tavolo con i parlamentari a livello regionale, anche per compensare le ripercussioni sulle casse del circolo» Nell'analisi del voto in provincia, Zorzi ha sottolineato che «con il 18,72 % a livello nazionale ci siamo dimostrati respingenti, ma nella terra del governatore Zaia, con lo strapotere della Lega sempre più aggressiva ci siamo comportati bene». Dati alla mano, ha evidenziato che a livello regionale, in provincia abbiamo registrato il minor calo di voti in percentuale rispetto alle politiche del 2008, ottenendo il 19,9 %, mentre Treviso città è terza con il 24 % dopo Belluno e Padova».
IL TRAVASO
Nessun dubbio su chi ha raccolto i voti persi: «In termini assoluti rispetto al 2008 abbiamo raccolto 22mila voti in meno, che sono finiti alla Lega». Il vice Leone Cimetta, ha aggiunto che «non va a nostro vantaggio quel 2,1 % di Liberi e Uguali, nel centrosinistra dobbiamo fare più rete». Diversi i mea culpa: «Siamo stati percepiti come coloro che difendono i salvati dalla crisi, non abbiamo comunicato bene la proposta forte del salario minimo legale. Dobbiamo dare risposte sul lavoro, ai precari e ai giovani che scappano dalla Marca». Cimetta ha evidenziato che «nella ripartizione del voto di protesta, chi sta economicamente meglio vota Lega, chi sta peggio sceglie M5S, il cui elettorato, flottante, va recuperato». Alessandro Basso, segretario organizzativo, ha annunciato «l'avvio della discussione nei circoli per la definizione di un'unica linea programmatica a livello provinciale, per non arrivare impreparati alle amministrative 2019 e regionali del 2020».
LA CONTESTAZIONE
Tra i mal di pancia, più di qualcuno, tra cui Luigi De Pol, segretario a Istrana, ha criticato «l'imposizione dei candidati dalla segreteria nazionale, senza ascoltare il territorio», arrivando a dire che «se Roger De Menech fosse stato nel mio collegio non avrei votato Pd, ha bloccato per anni il Pd regionale ed è stato premiato con un posto sicuro». Anche l'ex consigliere regionale Claudio Niero ha contestato le scelte fatte dall'alto: «Sono stati relegati in una posizione d'ineleggibilità candidati come Pier Paolo Baretta, tra coloro che avevano in mente proposte per la questione delle banche, tema su cui abbiamo peccato». Maria Rosa Barazza ha spronato all'ottimismo: «Gli elettori vedono nero, hanno scelto il voto di protesta. Noi però smettiamola di piangerci addosso, dobbiamo fare squadra, basta con le contraddizioni interne». Con lo stesso spirito costruttivo si è posto, ma non ai microfoni, il sindaco Giovanni Manildo: «Ora bisogna lavorare in positivo per il futuro».
Maria Chiara Pellizzari
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