LA CAMPAGNA
VITTORIO VENETO Dal primo dicembre la terza dose potrà essere

Venerdì 26 Novembre 2021
LA CAMPAGNA VITTORIO VENETO Dal primo dicembre la terza dose potrà essere
LA CAMPAGNA
VITTORIO VENETO Dal primo dicembre la terza dose potrà essere somministrata a tutti. Tira un sospiro di sollievo il mondo della scuola, investito in questo periodo dalla quarta ondata dei contagi: molti insegnanti si sono vaccinati anche nove mesi fa ma hanno meno di 40 anni, per cui finora non hanno potuto ottenere il booster. Ne sa qualcosa Lisa Sonego, 27enne maestra di Vittorio Veneto, che si è contagiata non appena scaduto il semestre dalla seconda inoculazione: «Purtroppo questa decisione è stata presa solo adesso, ma spero almeno che serva ad evitare ai miei colleghi la disavventura toccata a me».
LA BEFFA
Un inconveniente che ha il sapore della beffa. «Ero molto preoccupata - racconta Lisa - perché nell'ambito scolastico la situazione non è per niente buona. Fra noi insegnanti che abbiamo rispettato l'obbligo, e siamo la maggior parte, in tanti siamo under 40. Ma ormai sono passati diversi mesi dalle prime due iniezioni». La docente aveva aderito subito alla campagna vaccinale: «Ho fatto la prima dose il 20 febbraio, ero molto contenta e molto convinta. Al di là dell'imposizione per la nostra categoria, ho sempre pensato che il vaccino sia lo spiraglio di luce che può tornare a illuminare il contesto scolastico dopo il buio della didattica a distanza, per cui sono stata felice di ricevere AstraZeneca malgrado fosse un marchio molto dibattuto. Ho fatto la seconda dose il 10 maggio, con non poche peripezie perché il sistema informatico mi aveva persa, ma poi questo problema è stato risolto». Così è trascorsa l'estate, però poi è suonata la prima campanella e le infezioni sono ripartite. «In vista dell'inverno - confida la docente della scuola primaria - ero ansiosa di fare la terza dose, anche perché cominciavo a vedere l'aumento dei contagi nelle scuole. Ma c'era il limite dei 40 anni e mi sembrava un controsenso, visto che siamo in tanti sotto quella soglia anagrafica a lavorare a contatto con i bambini: siamo giovani, ma non immuni».
CALO DELL'IMMUNITA'
I sei mesi sono scaduti il 10 novembre. «È stato davvero beffardo - confessa - scoprire di essermi contagiata una settimana dopo. Il 18 novembre mi sono svegliata con il mal di schiena e i miei cari mi hanno suggerito di sottopormi al tampone, per togliermi il dubbio del Covid, pensando piuttosto che stessi incubando un'influenza. Invece già il test rapido è risultato positivo, così è partito il tracciamento, nel frattempo è arrivata anche la conferma con il molecolare. A quel punto io sono finita in isolamento e le mie due classi in quarantena. L'una è risultata completamente negativa, l'altra no. Non saprò mai come mi sono infettata, anche se è facile immaginare che il contagio sia avvenuto in ambito scolastico. Comunque sia sono sicura che, se non fossi stata vaccinata, avrei avuto un decorso ben più serio dei sintomi che ho avuto: febbre, tosse, difficoltà a connettere, incapacità di stare seduta, perdita dell'olfatto».
IL RINGRAZIAMENTO
In questo fine settimana la maestra Lisa sta completando le cure a casa. «Ho incontrato dei sanitari meravigliosi - dice - a cui vanno il mio ringraziamento e il mio plauso, per la forza con cui sopportano anche gli insulti dei no-vax, oltre alla fatica del lavoro. Vorrei lanciare un messaggio positivo pure rispetto alla solidarietà che ho ricevuto dai miei bambini e dalle loro famiglie. In questi giorni ho cercato di mantenere il legame a distanza e questo ha aiutato sia me che loro. Adesso speriamo che il secondo giro di tamponi vada bene, dopodiché cercherò di capire quanto mi dureranno gli anticorpi che ho sviluppato con la malattia. Pronta a fare la terza dose appena possibile».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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