La campagna invade i social «Nizzetto dimettiti» è virale

Mercoledì 20 Marzo 2019
IL CASO
TREVISO È partita la campagna degli hashtag per fare pressione su Silvia Nizzetto, assessore all'Istruzione e alla Partecipazione: dall'immediato #nizzettodimettiti al classicissimo #nizzettogohome. Da ieri i consiglieri di minoranza hanno iniziato un pressing incessante con un unico obiettivo: sfaldare la giunta Conte facendo leva sui corsi di cultura veneta pronti a partire nelle scuole medie cittadine.
L'ATTACCO
Sui social è un diluvio di post e commenti al vetriolo e tutti si chiudono con uno dei due hashtag. L'accusa è quella che rimbalza da giorni, sollevata da Domenico Losappio (M5S): quei corsi sono stati affidati all'associazione di cui la Nizzetto fa parte. Alcuni sono aperti al pubblico e totalmente gratuiti; quelli invece portati in classe sono finanziati da un contributo comunale di 2mila euro. A poco sono servite le spiegazioni dell'assessore, che ha sottolineato più volte come il progetto sulla lingua veneta sia stato selezionato e finanziato da un'apposita commissione di cui lei non fa parte; e che tutti i 29 progetti arrivati a Ca' Sugana hanno ricevuto lo stesso contributo. Ma lo scontro s'infiamma anche sui nomi dei relatori e sulle credenziali accademiche. E qui la conciliazione è impossibile.
DOMANDE
Roberto Grigoletto (Pd) è caustico: «Capisco che non possiamo vivere nel migliore dei mondi possibili, ma in un mondo normale è auspicabile? E allora mi permetto di fare alcune normalissime domande: in un mondo normale, è normale che venga finanziato con soldi pubblici un corso come quello in questione, assegnandone l'organizzazione (e i soldi) alla associazione di cui fa parte l'assessore? Quanti altri soggetti hanno partecipato al bando? Quali i criteri di partecipazione e poi quelli di scelta del vincitore? Quali i titoli di chi deve insegnare in questo corso? È normale che, a differenza dei professori di ogni ordine e grado che per insegnare devono essere abilitati all'insegnamento, qui si consenta liberamente a chi titolato non è di entrare e uscire dalle classi dei nostri figli? È normale che un assessore non sia stata a tutt'oggi in grado di dare una risposta che sia una e che sia appropriata, alle domande che tutta la minoranza le ha rivolto?».
P. Cal.
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