L'UNIVERSITÀ
TREVISO Anche l'ultimo ostacolo è stato superato: il consiglio

Mercoledì 8 Aprile 2020
L'UNIVERSITÀ
TREVISO Anche l'ultimo ostacolo è stato superato: il consiglio regionale ha approvato, all'unanimità l'arrivo di un corso universitario completo di Medicina a Treviso. Mancava l'ultimo voto per concludere un iter burocratico sviluppatosi senza intoppi. Epidemia di coronavirus permettendo, a ottobre arriveranno le prime 65 matricole per il primo anno accademico. Il corso comprenderà sei anni e costerà oltre un milione e mezzo di euro all'anno, spese tutte a carico della Regione. La sede finale sarà all'interno della cittadella sanitaria. In attesa che il polo venga completato, gli studenti saranno accolti in strutture messe a disposizione dall'Ordine dei Medici.
SODDISFAZIONE
Il governatore Luca Zaia non nasconde la sua soddisfazione: «Le strutture trevigiane ospiteranno ora un corso di Medicina e Chirurgia in piena regola, consentendo agli studenti di iniziare e completare il ciclo di studi nella stessa sede. È un importante risultato per tutta la regione perché si delinea un terzo polo formativo in questo settore, legato ad un ateneo di grande storia e tradizione come quello di Padova ma contemporaneamente fortemente connotato su territorio». La Regione ha deciso di puntare decisamente sul Treviso: «È una scelta di progresso che andava fatta - aggiunge Zaia - e che ha motivato un intervento significativo della Regione. Saremo infatti noi a farci carico, attraverso il Fondo Sanitario Regionale, degli oneri di docenza: un impegno da più di un milione e mezzo di euro l'anno. Ne vale la pena, per l'importanza del fatto che un'Università prestigiosa si apre al territorio, per le ricadute positive sul sistema sanitario locale, per la nuova occasione formativa che gli studenti riceveranno». «È una svolta importante - aggiunge l'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin - nel rapporto di collaborazione tra la Regione, Università e Usl 2 che dà una risposta significativa al problema, su cui siamo costretti a misurarci ogni giorno, della grave difficoltà di reperire medici. A maggior ragione oggi, in un momento in cui l'emergenza coronavirus sta dimostrando quanto importante sia, direi vitale, avere a disposizione medici in numero sufficiente».
L'AMMINISTRAZIONE
L'arrivo di Medicina consolida poi il progetto di trasformare Treviso in una vera città universitaria da tempo nella testa del sindaco Mario Conte: «Il corso di laurea in Medicina e Chirurgia la renderà un polo accademico riconosciuto a livello nazionale e internazionale, anche grazie al prestigio e alla storia dell'Ateneo patavino. Come amministrazione stiamo già definendo un piano per fornire agli studenti strutture, aule studio e agevolazioni. Grazie alla compresenza dei corsi di Padova e Ca' Foscari, potremo così accogliere ogni giorno migliaia di ragazzi nel nostro territorio che rappresentano, per tutti noi, entusiasmo, apertura internazionale e opportunità di crescita. Ringrazio il Presidente della Regione Luca Zaia, il rettore dell'Università di Padova Rosario Rizzuto e il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi per aver creduto in questo progetto». Le potenzialità di un corso del genere vengono sottolineate anche dal capogruppo della Lega e consigliere regionale Riccardo Barbisan: «Grazie a questa decisione, Treviso potrà ospitare 360 studenti di medicina. Una novità che contribuirà notevolmente all'economia e alla vita culturale trevigiana. Ciò avverrà grazie all'importante contributo della Regione del Veneto, che finanzierà interamente la didattica. La città, con la sua vivacità e tutte le sue strutture, è pronta ad accogliere gli studenti e i futuri medici».
CENTROSINISTRA FAVOREVOLE
«Con questa proposta di legge mettiamo un tassello importante, aggiungiamo medici dando così una risposta concreta alle necessità del sistema sanitario veneto». A dirlo è Claudio Sinigaglia, consigliere regionale del Pd. «Le carenze di personale sono sotto gli occhi di tutti, le ha ribadite l'assessore Lanzarin. Da parte nostra vorremmo avere un quadro completo, un monitoraggio costante di quanti medici servono, soprattutto di fronte all'emergenza attuale del coronavirus».
Paolo Calia
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