L'Ordine dei medici «Sbagliate le priorità»

Mercoledì 20 Gennaio 2021
LE REAZIONI
TREVISO «Sarebbe stato necessario tutelare fin da subito la salute degli odontoiatri che per definizione lavorano a 20 centimetri dal rischio di contagio da coronavirus. Invece una parte dei vaccini disponibili è già stata somministrata a personale non sanitario. Mentre gli odontoiatri, così come altri liberi professionisti, sono ancora completamente scoperti. Alla luce di questo, è grave che sia slittato il Vaccination day inizialmente previsto per il 23 gennaio». Luigino Guarini, odontoiatra, presidente dell'Ordine dei medici di Treviso, critica senza mezze misure le priorità inserite nel piano vaccinale contro il Covid. Tanto più alla luce del dimezzamento delle forniture deciso dalla Pfizer, che ha fatto saltare il Vaccination day di sabato nel quale l'Usl della Marca puntava a vaccinare in otto centri sparsi per la provincia oltre 6mila operatori della sanità, tra strutture pubbliche, private e liberi professionisti. Di pari passo, è slittata anche l'apertura della campagna ai 38mila trevigiani con più di 80 anni. L'obiettivo era cominciare già dai primi di febbraio. Invece servirà qualche settimana in più. L'auspicio ora è di riuscire a eseguire tutte le vaccinazioni sugli anziani entro il 28 febbraio.
LA COMUNICAZIONE
L'Ordine dei medici è stato informato del rinvio dell'appuntamento generale attraverso una comunicazione arrivata lunedì. «La colpa è di Pfizer chiarisce Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl senza il taglio delle dosi, noi sabato avremmo vaccinato subito tutti e 6mila gli operatori della sanità». Il Vaccination day, rinviato a data da destinarsi, verrà riprogrammato non appena tornerà disponibile un numero sufficiente di dosi Pfizer. Per la popolazione, invece, si punta a usare il vaccino Moderna e, in prospettiva, AstraZeneca. La differenza sta nel fatto che il siero Pfizer deve essere conservato a 75 gradi sottozero. Mentre gli altri non richiedono una tale catena del gelo. La distribuzione sarà quindi più semplice, anche attraverso i medici di famiglia.
ASSISTENZA ONCOLOGICA
L'annullamento del Vaccination day del 23 gennaio ha fatto saltare anche la vaccinazione del personale dell'Advar, l'associazione che si occupa dell'assistenza a malati oncologici. «Il rinvio ci preoccupa spiega la presidente Anna Mancini Rizzotti la vaccinazione è un elemento fondamentale per la soluzione della crisi pandemica. Ma, come sempre, pensiamo al meglio: rimaniamo in attesa, fiduciosi che si possa ricevere e somministrare il vaccino al più presto». Nell'hospice di via Fossaggera l'attenzione è massima. Fino a questo momento sono stati registrati 15 contagi da coronavirus: 3 tra gli ospiti e 12 tra gli operatori. «Abbiamo adottato rigide misure di prevenzione che stanno funzionando molto bene: i singoli episodi di positività non hanno dato origine alla diffusione del virus specifica la presidente come hospice, rispetto ad altri luoghi di cura o di residenza, rimaniamo comunque sempre aperti all'esterno, consentendo a un familiare alla volta di rimanere accanto al proprio caro: anche per questo il rispetto delle norme di sicurezza deve essere attent». I dispositivi di sicurezza non mancano. Ma i costi sono enormi. Fino ad oggi l'Advar ha investito oltre 100mila euro per acquistare mascherine, camici e così via. L'associazione ha anche lanciato una raccolta di fondi proprio per recuperare tutte le risorse necessarie. Intanto è riuscita a non sospendere mai nessun servizio assistenziale. «Alcuni li abbiamo dovuti svolgere in modalità diversa, ma siamo sempre stati presenti conclude Anna Mancini Rizzotti e così sarà anche nel breve termine. Il futuro è sempre un punto interrogativo, al quale tuttavia guardiamo con consapevole fiducia».
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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