L'INTERVISTA
TREVISO «Il rischio di sviluppare una miocardite dopo essersi

Mercoledì 20 Ottobre 2021
L'INTERVISTA
TREVISO «Il rischio di sviluppare una miocardite dopo essersi vaccinati contro il Coronavirus è pari a 12 casi su un milione. Per chi viene contagiato dal Covid, invece, il rischio sale addirittura a 23mila casi per milione. Un numero mostruoso. È questo che ha portato gli enti regolatori a coinvolgere i più giovani nella vaccinazione. E davanti a un dato del genere non ci sono dubbi sull'opportunità di vaccinare anche i ragazzi». Il quadro sui vaccini e sulle infiammazioni del muscolo cardiaco è fatto da Carlo Cernetti, 54 anni, direttore delle unità di Cardiologia degli ospedali di Treviso, Castelfranco e Montebelluna. Fino ad oggi in provincia di Treviso sono state eseguite quasi 1,3 milioni di vaccinazioni. Con 11 segnalazioni di sospette reazioni avverse gravi. «Pari allo 0,008% specifica Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl siamo a livelli bassissimi». Senza alcun decesso. Nei giorni scorsi si temeva che la morte di Nadia Positello, 49enne di Maser, potesse essere stata legata al vaccino anti-Covid. L'autopsia ha invece escluso correlazioni, fermo restando che serviranno 90 giorni per avere la certezza matematica dagli esiti degli esami istologici. La causa è stata individuata in un'embolia polmonare. «Siamo vicini alla famiglia sottolinea Benazzi e il fatto che non ci sia correlazione con il vaccino rappresenta un sollievo un po' per tutti».
Dottor Carlo Cernetti, la paura delle miocarditi è parecchio diffusa tra chi non si è ancora deciso a vaccinarsi contro il Coronavirus. È fondata?
«La sequenza temporale non è un nesso causale. Oggi si stanno facendo vaccinazioni in modo esteso. Se emergono dei problemi, si pensa sempre al vaccino. Ma non funziona così. C'è solo una cosa in medicina che differenzia l'era moderna dal medioevo: i numeri. Questi vanno oltre all'osservazione di ogni singolo medico. Si studia e si guardano i numeri. Questo fanno i medici, se hanno una coscienza».
Cosa dicono questi numeri sulle miocarditi?
«Che l'incidenza naturale, senza vaccini, è pari a 61 casi per milione di abitanti. A conti fatti, vuol dire che nel trevigiano, dove ci sono quasi un milione di persone, ce ne aspettiamo appunto 61 all'anno».
L'epidemia da Covid ha cambiato le cose?
«Uno studio ha preso in esame 9.300 atleti di dieci università americane. Tra questi, 2.600 erano stati contagiati dal coronavirus. E la risonanza magnetica nucleare cardiaca ha evidenziato che 1.597 di quelli colpiti dal Covid avevano avuto una miocardite. Vuol dire che chi prende il coronavirus corre un rischio pari a 23mila casi per milione. Un'enormità».
E quante miocarditi possono essere invece legate alla vaccinazione anti-Covid?
«Le ricerche compiute tra gli Stati Uniti e Israele evidenziano una media di circa 12 casi su un milione dopo la seconda dose. Si va dai 6 o 7 casi per milione ai 21 registrati in Israele, con una concentrazione nella fascia d'età tra i 16 e i 29 anni. La sproporzione riguardante i rischi tra chi si vaccina e chi sviluppa l'infezione a causa del coronavirus è evidentissima. E non è tutto».
Che altro?
«L'ultimo dato pubblicato in letteratura indica che i pazienti che sviluppano una miocardite con infezione da Covid hanno un rischio di mortalità di due volte e mezzo superiore rispetto a chi è stato infettato ma senza avere una miocardite».
Durante la pandemia avete registrato più infezioni del muscolo cardiaco anche nel trevigiano?
«Certamente. L'anno scorso eravamo davvero in trincea. Grazie alla direzione dell'Usl siamo miracolosamente riusciti a garantire sempre il servizio di emergenza-urgenza. Adesso stiamo finalmente tornando alla nostra attività».
(m.fav)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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