L'INTERVISTA
SAN VENDEMIANO Miriam Fadelli è una delle 90 persone selezionate

Venerdì 27 Novembre 2020
L'INTERVISTA SAN VENDEMIANO Miriam Fadelli è una delle 90 persone selezionate
L'INTERVISTA
SAN VENDEMIANO Miriam Fadelli è una delle 90 persone selezionate da ReiThera, società romana specializzata nello sviluppo e nella produzione di prodotti biofarmaceutici, per la sperimentazione del vaccino, tutto italiano, denominato GRAd-COV2. Miriam è stata scelta come candidata della prima fascia, tra i 18 e i 55 anni, dopo un'accurata selezione che ha vagliato anche l'idoneità psicologica dei volontari. Proprio in questi giorni dalla società hanno fatto sapere che si è concluso con risultati incoraggianti il protocollo sui primi 3 gruppi da 12 persone. Al primo è stata somministrata una dose bassa, al secondo una intermedia e al terzo la più alta: nei soggetti è stata riscontrata una buona tollerabilità e qualche effetto collaterale previsto, come qualche linea di febbre momentanea e l'indolenzimento del punto in cui è penetrato l'ago. A Miriam è stata iniettata una dose bassa di vaccino e non ha avuto effetti collaterali. Se tutto andrà bene, si procederà alle fasi successive e il siero italiano potrà essere pronto già dall'estate 2021.
Quando è iniziata la sperimentazione?
«A settembre mi hanno inoculato il vaccino al Centro ricerche cliniche dell'ospedale Borgo Roma di Verona, che da allora lo sta testando su 70 dei 90 volontari scelti insieme allo Spallanzani. Solo il primo giorno ho incontrato una persona che aderiva allo stesso progetto poi basta. Che cosa è successo da quel giorno?
«Il 7 settembre, giorno del vaccino, sono rimasta circa sei ore in ospedale. C'era il rischio di uno shock anafilattico e, se fosse successo, sarebbero potuti intervenire subito, ma è andato tutto bene. Poi è iniziata una serie di controlli, all'inizio molto ravvicinati e in seguito sempre più diradati. A questi incontri hanno effettuato il prelievo del sangue, la visita medica e un'intervista. Ci avevano istruito in precedenza e raccomandato di tenere, per il primo mese/mese e mezzo, una scheda dei sintomi. C'era anche un numero attivo h24 per qualsiasi evenienza. Ho avuto solo una congiuntivite, ma non era dovuta al vaccino e comunque l'ho subito segnalata».
A che punto è del programma?
«Ho la prossima visita il 2 di dicembre e poi l'ultima a febbraio».
Come mai ha fatto questa scelta e come l'hanno presa in famiglia?
«La scelta è stata del tutto personale, motivata da una malattia che ha avuto mia figlia qualche anno fa dalla quale, se non ci fosse stata la sperimentazione delle cure, forse non sarebbe guarita. Lei ha compreso la mia scelta e mi ha appoggiata. Mio figlio invece ha detto che ero fuori di testa.
Ha avuto qualche ripensamento?
«No, l'unico punto critico sarebbe stato lo shock anafilattico, ma non avevo paura: in fondo funziona come gli altri vaccini e sarebbero intervenuti subito. Il personale è stato molto scrupoloso e mi ha dato molta sicurezza. Comunque l'immunità non è garantita, lo studio è ancora in corso e non ci hanno dato indicazioni sull'efficacia o la durata».
Lei da San Vendemiano è andata a Verona moltissime volte, ha percepito qualche compenso?
«Assolutamente no, è un'azione di volontariato. Io sono una dipendente della'usl di Treviso dove lavoro come educatrice e ho usato permessi e ferie per seguire la sperimentazione. C'è un rimborso spese per l'autotrada, ma non ho ancora visto nulla».
La stanno mettendo al corrente dell'andamento della ricerca?
L'ha saputo prima la stampa di me, comunque ieri ci hanno mandato una mail informativa e mi rincuora che abbiano pubblicato i dati, peraltro rassicuranti, sugli effetti del vaccino».
Chiara Dall'Armellina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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