L'INDAGINE
MONTEBELLUNA Altro che libri, ingressi al museo, biglietti per cinema,

Sabato 31 Luglio 2021
L'INDAGINE
MONTEBELLUNA Altro che libri, ingressi al museo, biglietti per cinema, teatri o concerti. Nella storica libreria Zanetti di Montebelluna i 500 euro del bonus cultura ai 18enni venivano usati spesso e volentieri per acquistare cose molto diverse da quelle previste dal contributo ministeriale. Smartbox e buoni spesa spendibili per occhiali, braccialetti, giochi elettronici, gadget vari e persino saponette. Ecco come veniva convertito il voucher: un'operazione illecita con cui il titolare Nicola Zanetti ha intascato negli ultimi due anni più di 11mila euro a cui non aveva diritto. A smascherare la frode è stata la guardia di finanza del Comando provinciale di Treviso, in collaborazione con i colleghi del Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie di Roma. Per il titolare è scattata quindi la denuncia per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato: un reato che prevede dai 6 mesi ai 3 anni di carcere. Nei guai, per lo stesso reato sono finiti anche 57 neo maggiorenni. Per loro niente denuncia penale (non ci sono i termini per applicarla dato l'importo modesto), ma la sanzione amministrativa sì: l'ammontare complessivo delle multe raggiunge i 33mila euro.
IL MECCANISMO
Il negozio di piazza Oberkochen, che a Montebelluna è la libreria per eccellenza, rientrava nel campione di soggetti da monitorare proprio nell'erogazione del bonus cultura. Ricevuta l'indicazione dal Nucleo speciale di Roma, i finanzieri della tenenza di Montebelluna hanno effettuato gli opportuni accertamenti. Ed è così che sono arrivati a ricostruire il meccanismo illecito. Attraverso false attestazioni, trasmesse periodicamente al ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, il titolare dichiarava di aver venduto libri o altri beni, come ad esempio biglietti per mostre e concerti, mentre in realtà consegnava ai giovani clienti altre forme di bonus spesa, che i ragazzi potevano utilizzare a loro piacimento. In alcuni casi per poter fruire del contributo, i buoni spesa 18app sono stati trasformati in buoni cartacei nominativi, con credito a scalare, rilasciati dall'esercente e denominati buono regalo, utilizzabili senza alcun limite di tempo in quello stesso negozio.
L'INIZIATIVA
Quando in realtà il bonus cultura ai nuovi cittadini ha paletti ben precisi. Come è noto, si tratta di un'iniziativa dedicata a promuovere la cultura fra i giovani: un buono di 500 euro da spendere in cinema, musica e concerti, eventi culturali, libri, musei, visite a monumenti e parchi archeologici, teatro e danza, prodotti dell'editoria audiovisiva, corsi di musica, corsi di teatro e corsi di lingua straniera, nonché abbonamenti a quotidiani, anche in formato digitale. Ne beneficia chi ha compiuto i 18 anni nell'anno precedente a quello di erogazione. Come funziona? Per ottenere il bonus, è necessario registrarsi sul sito www.18app.italia.it, che è l'unico strumento digitale per gestire i buoni spesa. Una volta scelta la tipologia di esercente (fisico o online), l'ambito e il tipo di bene desiderato indicando l'importo totale da spendere, il sito genera il buono, che può quindi essere utilizzato per acquistare uno dei beni consentiti. Ed è il sito stessa dell'iniziativa a mettere in guardia rispetto a eventuali comportamenti illeciti spiegando che si tratta di un contributo strettamente personale che non può essere né venduto né scambiato. «Se lo cedi sei complice di un reato perseguibile dalla legge» - avverte il disclaimer, invitando i ragazzi a segnalare qualsiasi proposta di cessione o conversione in denaro del bonus. Cosa che nessuno dei 57 maggiorenni coinvolti ha fatto. Vuoi per ingenuità, vuoi per comodo. Adesso i finanzieri hanno segnalato il caso al ministero della Cultura affinché sia avviata la procedura di recupero e restituzione delle somme indebitamente percepite. Un colpo durissimo per una libreria indipendente che vanta 46 anni di tradizione e che a Montebelluna non è soltanto un negozio di libri ma anche un presidio culturale.
Maria Elena Pattaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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