L'EPIDEMIA
TREVISO I contagi da coronavirus sono più che raddoppiati nel

Venerdì 23 Luglio 2021
L'EPIDEMIA
TREVISO I contagi da coronavirus sono più che raddoppiati nel giro di una settimana. Il 15 luglio l'incidenza nella Marca superava di poco di 20 casi per 100mila abitanti. Di seguito, però, ha preso forma una rapida impennata che ha fatto salire l'indicatore a un passo da quota 50. L'espansione dell'epidemia è stata confermata anche dall'Istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr, che ha inserito il trevigiano tra le province nelle quali l'incidenza dei casi di Covid si è moltiplicata rispetto a sette giorni fa. «Gli assembramenti visti in piazza per la vittoria dell'Italia all'Europeo di calcio e i focolai legati alle feste private di Jesolo e Treviso avevano fatto salire il parametro Rt della provincia vicino al 2 (oltre l'1 l'epidemia si espande, ndr) conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca ma adesso i cluster stanno rientrando, seppur lentamente. L'effetto è che l'Rt è sceso a 0,95. Siamo tornati sotto l'uno. Ed è un dato molto importante nella prospettiva del prossimo periodo».
I NUOVI CASI
L'attenzione, però, resta altissima. Anche ieri sono stati confermati 165 nuovi contagi in provincia. Ormai oltre la metà dei casi è rappresentata dalla variante Delta, la cosiddetta Indiana. Il numero di trevigiani che stanno combattendo contro l'infezione da coronavirus è salito a 1.197. E di pari passo ci sono purtroppo nuovi ricoveri negli ospedali. Attualmente sono 10 i pazienti positivi ricoverati nei reparti Covid del trevigiano, tra i quali due vaccinati con la prima dose. Tre nella Terapia intensiva di Treviso, compreso un 39enne e una donna di 60 anni che aveva ricevuto la prima dose del vaccino e che dopo l'ingresso nell'unità di Malattie infettive è stata trasferita in Rianimazione. Ieri nello stesso reparto di Malattie infettive del Ca' Foncello è stato ricoverato un altro paziente di 54 anni. E altri sei sono a Vittorio Veneto: ai cinque in area medica, un 39enne vaccinato con la prima dose e quattro non vaccinati, tra i quali un ragazzo di 17 anni, si è aggiunto il ricovero di un nuovo paziente nel settore semi-intensivo della Pneumologia.
LA CAMPAGNA
Nel frattempo la campagna anti-Covid nella Marca ha superato quota 900mila vaccinazioni. Adesso si viaggia verso la soglia del milione di dosi somministrate. Si continua a procedere a rilento tra i giovani. Mentre i cicli completi (prima dose più richiamo) sono già arrivati al 78,7% tra i trevigiani con più di 60 anni, che rappresentano la categoria più a rischio in caso di contagio. «In questo momento sono due le azioni fondamentali: vaccinare e tracciare sottolinea Benazzi da una parte il vaccino rappresenta la vera arma contro l'epidemia. Dall'altra, il tracciamento ci consente di soffocare sul nascere eventuali focolai». A partire da quelli causati dalla variante Delta, come accaduto nella festa privata di Jesolo. Ad oggi i sequenziamenti dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie hanno già confermato oltre 200 casi di Indiana nella Marca. E non è che la punta dell'iceberg. L'efficacia del vaccino è confermata anche dall'ultimo report messo a punto dal servizio di Epidemiologia dell'Usl. La scorsa settimana sono stati eseguiti oltre 43mila tamponi nel trevigiano. Più di 6.200 al giorno. «Numeri che prima toccavamo solo durate i picchi dell'epidemia», evidenzia Benazzi. Questi hanno fatto emergere 433 contagi. Solo tre persone avevano già completato la profilassi vaccinale contro il coronavirus. Quindi meno dello 0,7% tra le positività in questione. Di seguito, 116 persone colpite dal virus avevano ricevuto solamente la prima dose del vaccino, cioè il 26,7% dei contagiati presi in esame. Infine, oltre a 28 positivi con meno di 12 anni, non rientrati tra la popolazione vaccinabile, il grosso è costituito dalle 286 persone che non si erano vaccinate e che ora devono fare i conti con l'infezione da Covid. Più del 66% del totale. La speranza è che le coperture vaccinali continuino a crescere. In particolare tra i 12 e i 19 anni. Ad oggi le proiezioni dicono che alla data dell'8 settembre si arriverà al 41,9%. Una quota considerata ancora troppo bassa per poter sognare di affrontare il nuovo anno scolastico, che partirà dopo cinque giorni, il 13 settembre, senza più contagi, classi in quarantena e didattica a distanza.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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