L'EPIDEMIA
TREVISO Diminuiscono i casi di positività al coronavirus. Negli

Giovedì 3 Dicembre 2020
L'EPIDEMIA
TREVISO Diminuiscono i casi di positività al coronavirus. Negli ultimi giorni oltre 3.800 trevigiani si sono messi l'infezione alle spalle. Non c'è ancora un'inversione di tendenza. Ma dopo la discesa del parametro Rt della Marca sotto l'uno, livello di guardia oltre il quale l'epidemia continua a crescere, adesso il rallentamento ha iniziato a prendere forma anche sul piano delle statistiche. L'ultimo report regionale indica che le persone attualmente positive nel trevigiano sono scese da oltre 14.400 a 11.115. L'aggiornamento, eseguito dal settore Prevenzione di Azienda Zero, si incrocia con il dato dei nuovi contagi. Ieri nella Marca sono emerse 561 nuove positività. La strada è ancora lunga. Fatto sta che per il momento non si registra più la crescita esponenziale vista fino a un paio di settimane fa, quando si era arrivati a contare quasi 800 nuovi contagi al giorno. Si è nella fase in cui il picco si mantiene stabile. «L'epidemia sta rallentando spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca tocca a ognuno di noi, rispettando al meglio le misure di prevenzione, fare in modo che l'inversione di tendenza arrivi quanto prima».
IL MESE PEGGIORE
Novembre è stato uno dei mesi più neri. Solo nel trevigiano sono stati registrati 185 decessi legati al Covid. Praticamente un terzo di tutte le vittime contate durante l'epidemia, cioè dalla fine dello scorso febbraio ad oggi. Ieri i decessi hanno complessivamente raggiunto quota 576. Nelle ultime 24 ore hanno perso la vita altre tre persone, tra gli 87 e i 90 anni, che erano state ricoverate in ospedale in seguito al contagio. «Con altre gravi patologie», sottolineano dall'azienda sanitaria. «L'effetto della seconda ondata è stato purtroppo in linea con quello che avevamo visto tra marzo e aprile fa il punto Benazzi dopo il picco dei contagi, adesso dobbiamo continuare ad affrontare l'onda lunga dei ricoveri delle persone che hanno già contratto il coronavirus».
I RICOVERI
Gli ospedali sono più che mai sotto pressione. Attualmente ospitano 513 pazienti Covid positivi (38 in Terapia intensiva). Tra questi, 134 sono nell'ospedale di Montebelluna. Per la Rianimazione, invece, il riferimento è l'ospedale di Treviso. Al momento ci sono 20 pazienti nell'area Covid della Terapia intensiva centrale. Si è esattamente in linea con il primo livello di allerta. È già stata aperta una nuova unità di Terapia intensiva con 12 posti letto nel padiglione di Malattie infettive. Ma si guarda anche oltre. Tanto che l'Usl ha avviato una procedura d'urgenza per acquisire ulteriori arredi sanitari proprio per il settore della Rianimazione. «Non erano inizialmente pianificabili spiegano in quanto legati alle continue e repentine evoluzioni dell'emergenza sanitaria in corso». In tutto ciò, bisogna anche far fronte all'assenza forzata del personale positivo o contatto di positivo. Ad oggi tra quarantene e isolamenti mancano 161 operatori della sanità: 17 medici, 77 infermieri, 51 operatori socio-sanitari, 6 fisioterapisti, 5 tecnici della prevenzione e 5 assistenti sanitarie. Si sta correndo ai ripari anche assumendo infermieri con contratti di collaborazione. Negli ultimi giorni sono stati affidati incarichi per coprire turni negli ospedali di Conegliano e Castelfranco, nel Covid Point di Treviso e nel reparto Covid dell'ex ospedale Guicciardini di Valdobbiadene.
I RINFORZI
Discorso simile per i medici. L'azienda sanitaria ne ha arruolato altri 7 attraverso incarichi a tempo. Oltre all'internista Quirino Messina e all'anestesista Bruno Dengo, rientrati entrambi dalla pensione per prendere servizio a Valdobbiadene, ci sono Pietro Pellizzari, anestesista a sua volta rientrato dalla pensione e destinato alla Rianimazione di Conegliano; Toni Tavian, inserito nel reparto di Geriatria, sempre a Conegliano; Filippo Sopracordevole per l'unità di Medicina di Montebelluna; Chiara Cappelletto per la Terapia intensiva di Vittorio Veneto; Filippo Checchin per il pronto soccorso di Oderzo. Infine, sono state rinforzate le Usca, le unità speciali di continuità assistenziale per visitare i pazienti positivi a domicilio. La richiesta è arrivata in particolare dai direttori delle unità Cure primarie. E l'Usl ha risposto affidando 16 incarichi temporanei ad altrettanti medici. Fino alla fine dell'anno. Poi si vedrà. Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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