L'APPELLO
TREVISO Più giorni passano e più i posti di lavoro sono a

Martedì 3 Marzo 2020
L'APPELLO TREVISO Più giorni passano e più i posti di lavoro sono a
L'APPELLO
TREVISO Più giorni passano e più i posti di lavoro sono a rischio. Non sono tanto le restrizioni imposte dal governo per evitare il contagio da coronavirus a fare paura, quanto la moria di clienti nei bar, le disdette negli alberghi, le mancate prenotazioni nei ristoranti e nelle pizzerie. Se l'economia non riparte insomma i primi a pagare saranno i dipendenti. E a cascata l'indotto. Nonostante lo scenario pessimo, le strutture stanno reggendo l'urto, ma il tempo a disposizione si sta esaurendo. Motivo per cui la richiesta di sostegno a Governo e Regione si sta facendo sempre più pressante: servono aiuti, di qualunque tipo, ma bisogna fare presto.
LE RICHIESTE
A chiedere con forza un salvagente sono Federalberghi e Fipe Confcommercio (che rappresentano rispettivamente 160 alberghi e 2mila pubblici esercizi, ndr), applaudendo alla tenacia e al senso di responsabilità collettiva che stanno dimostrando gli operatori del settore nell'accogliere e nel rassicurare i consumatori. Le proposte messe sul tavolo so diverse: si va dagli ammortizzatori sociali per riuscire a mantenere inalterata l'occupazione agli sgravi nella tassazione, in particolare pensando a Imu e Tari. Ma vengono avanzate anche le proposte di dilazionare i pagamenti degli affitti, di prevedere se possibile la cassa in deroga per tutte le causali non ricomprese nel fondo dal fondo di integrazione salariale, di mettere in atto una moratoria per il pagamento di imposte e tributi erariali alle imprese di tutta la provincia indipendentemente dal riconoscimento di zona rossa.
L'ALLARME
«Sono a rischio migliaia di posti di lavoro (se si considerano anche le 1800 strutture dell'extralberghiero), un indotto economico notevole e - assicura il presidente di Federalberghi, Giovanni Cher - stiamo facendo i conti con il calo drastico di tutte le prenotazioni: Pasqua e i ponti sono compromessi, il turismo scolastico è cancellato e la convegnistica azzerata. Gli alberghi sono in ginocchio. Contiamo su una ripresa lenta dopo il picco a partire dalla prossima settimana, ma per recuperare una stagione persa ci vorrà molto tempo e misure governative specifiche e strutturate». Al grido di allarme di Federalberghi si aggiunge quello di Fipe Confcommercio, che si unisce alle richieste e che fa i conti con la restrizione del droplet. «La regola del droplet, ovvero del metro di distanza e dell'obbligo del servito solo ai tavoli e dell'evitare assembramenti in esterno, giunta col nuovo decreto - spiega Dania Sartorato - sta creando difficoltà e dubbi nell'interpretazione e nell'applicazione. A breve contiamo di disporre di un'apposita segnaletica per tutto il Veneto in modo da informare i consumatori in maniera corretta all'ingresso, ma è certo che la cosa crea difficoltà enormi, considerando anche l'esiguità delle metrature dei locali nei nostri centri storici».
I CONTROLLI
«È difficile normare riti sociali (come quello dello spritz e del caffè al banco) e abitudini che sono parte integrante della vita di un pubblico esercizio, per sua natura aperto al pubblico - continua Sartorato - Per l'ennesima volta diventiamo controllori di un processo che regola la salute pubblica e i nostri gestori dimostreranno di saperlo fare con etica e responsabilità. L'obiettivo è quello di aspettare la ripresa dopo il picco e di non fermare la vita nelle città e nei centri urbani». Il quadro, almeno nelle intenzioni, sembra dunque meno catastrofico di quanto si potrebbe pensare. Ma la parte rilevante va fatta dai clienti: se da un lato gli esercenti si dicono disposti a seguire delle imposizioni che limitano il loro lavoro, dall'altro ci dev'essere la gente che, come auspicano in molti, ritorni alla normalità non facendosi prendere dal panico del contagio che può essere evitato seguendo le medesime regole di condotta.
G.Pav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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