L'ANALISI
TREVISO Mario Conte, sia come sindaco che come presidente regionale dell'Anci, sul Green pass ha un'idea precisa: «Vaccini e Green pass sono fondamentali per contrastare il virus, ma a livello di politica romana non ci siamo. La comunicazione andava fatta meglio. Invece di agevolare la vita ai cittadini l'hanno complicata. Noi sindaci però dobbiamo evitare di alimentare tensioni e divisioni». A mente fredda, Conte, analizza quanto accaduto negli ultimi giorni. Con l'introduzione dei Green pass obbligatorio i problemi, alla fine, sono stati limitati: i dipendenti comunali senza certificazione sono stati molto pochi, i servizi non sono saltati. Ma questo non ha risolto tutti i nodi.
L'OSTACOLO
«I sindaci - continua - in questi quasi due anni di emergenza hanno fatto i semplificatori. Sono stati vicini ai cittadini, hanno affrontato e risolto i problemi. Hanno, insomma, districato la matassa. E lo stanno facendo anche adesso, tra controlli e tamponi». Conte poi ammette: «Il vaccino è indispensabile. E l'unica, vera, soluzione per risolvere ogni problema sarebbe quella di vaccinarci tutti. Ma, purtroppo, questo non sta accadendo. E visto che non c'è una legge che imponga la vaccinazione, il nostro compito è quello di tenere in considerazione anche la posizione di chi ha dubbi e deve, comunque, lavorare. Come fare ce lo dovrebbe dire, in maniera chiara, la politica. Intendo, la politica romana. Ma così non è. E quindi, ancora una volta, dobbiamo provvedere noi».
L'APPELLO
Conte poi si rivolge a quei colleghi che si lasciano prendere da derive no vax o no pass. Il riferimento è per Riccardo Szumski di Santa Lucia di Piave e per Rino Manzan, che ha ammesso di non essersi vaccinato per motivi di salute, che contesta il Green pass ma che precisa di non aver mai fatto una campagna contro i vaccini. E sottolinea: «I sindaci non devono alimentare tensioni ma stemperarle, sono chiamati a far rispettare le regole. Evitiamo quindi uscite fuori luogo, fuori contesto, che creano confusione e sono buone solo per conquistare visibilità mediatica. Non creiamo false illusioni. Lavoriamo per ricucire il tessuto sociale e non per dividerlo ».
P. Cal.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO Mario Conte, sia come sindaco che come presidente regionale dell'Anci, sul Green pass ha un'idea precisa: «Vaccini e Green pass sono fondamentali per contrastare il virus, ma a livello di politica romana non ci siamo. La comunicazione andava fatta meglio. Invece di agevolare la vita ai cittadini l'hanno complicata. Noi sindaci però dobbiamo evitare di alimentare tensioni e divisioni». A mente fredda, Conte, analizza quanto accaduto negli ultimi giorni. Con l'introduzione dei Green pass obbligatorio i problemi, alla fine, sono stati limitati: i dipendenti comunali senza certificazione sono stati molto pochi, i servizi non sono saltati. Ma questo non ha risolto tutti i nodi.
L'OSTACOLO
«I sindaci - continua - in questi quasi due anni di emergenza hanno fatto i semplificatori. Sono stati vicini ai cittadini, hanno affrontato e risolto i problemi. Hanno, insomma, districato la matassa. E lo stanno facendo anche adesso, tra controlli e tamponi». Conte poi ammette: «Il vaccino è indispensabile. E l'unica, vera, soluzione per risolvere ogni problema sarebbe quella di vaccinarci tutti. Ma, purtroppo, questo non sta accadendo. E visto che non c'è una legge che imponga la vaccinazione, il nostro compito è quello di tenere in considerazione anche la posizione di chi ha dubbi e deve, comunque, lavorare. Come fare ce lo dovrebbe dire, in maniera chiara, la politica. Intendo, la politica romana. Ma così non è. E quindi, ancora una volta, dobbiamo provvedere noi».
L'APPELLO
Conte poi si rivolge a quei colleghi che si lasciano prendere da derive no vax o no pass. Il riferimento è per Riccardo Szumski di Santa Lucia di Piave e per Rino Manzan, che ha ammesso di non essersi vaccinato per motivi di salute, che contesta il Green pass ma che precisa di non aver mai fatto una campagna contro i vaccini. E sottolinea: «I sindaci non devono alimentare tensioni ma stemperarle, sono chiamati a far rispettare le regole. Evitiamo quindi uscite fuori luogo, fuori contesto, che creano confusione e sono buone solo per conquistare visibilità mediatica. Non creiamo false illusioni. Lavoriamo per ricucire il tessuto sociale e non per dividerlo ».
P. Cal.
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