L'ALLARME
TREVISO Sono 2.115 le cattedre delle scuole trevigiane alla ricerca

Domenica 25 Luglio 2021
L'ALLARME TREVISO Sono 2.115 le cattedre delle scuole trevigiane alla ricerca
L'ALLARME
TREVISO Sono 2.115 le cattedre delle scuole trevigiane alla ricerca di un insegnante titolare. Con le prossime assunzioni, però, si riuscirà a coprirne solamente un terzo. Anche perché nell'ultimo concorso sono fioccate le bocciature. E così, dopo le immissioni in ruolo, per settembre non resterà che affidarsi a un esercito di oltre 1.300 supplenti precari con il tradizionale balletto delle nomine che nemmeno le urgenze legate all'epidemia da coronavirus sono riuscite a scalfire. Come si procederà per le assunzioni dei professori? La graduatoria del concorso del 2016 è esaurita. In quella del 2018 sono rimasti pochi insegnanti di infanzia ed elementari. Si pescherà a piene mani dagli elenchi dell'ultima selezione andata in scena nei mesi scorsi. Ma sono meno di 700 insegnanti che hanno superato le prove e poi scelto la provincia di Treviso (le scuole devono essere indicate entro martedì).
IL QUADRO
«È un disastro: senza la stabilizzazione dei precari non ci può essere continuità didattica nella scuola scandisce Marco Moretti, segretario della Flc-Cgil di Treviso sono state falcidiate intere classi di concorso. Le commissioni avrebbero dovuto tener conto della situazione sociale che stiamo vivendo. Non per sminuire il valore della selezione, ma per procedere con criteri omogenei. Il risultato, invece, è che il concorso ha ad esempio tagliato il 60 per cento dei docenti di sostegno che avevano già superato a pieni voti la specializzazione Tfa nelle università di Padova e Verona. Che senso ha?. «Un discorso simile vale anche per l'insegnamento di matematica aggiunge il sindacalista stiamo parlando di persone che hanno già una lunga esperienza come insegnanti. Evidentemente il concorso avrebbe dovuto essere meno nozionistico e più pragmatico. Soprattutto in un momento storico come quello attuale».
I POSTI
Nel trevigiano, tra gli altri, si cercano 41 docenti per la scuola dell'infanzia e 479 per le elementari, compresi 184 di sostegno. Altri 104 insegnanti di sostegno per le medie e 167 per le superiori. E poi 231 professori di matematica, 161 di italiano, storia e geografia, più 95 di discipline letterarie. Di seguito, 54 di informatica, 65 di educazione fisica, 31 di scienze naturali, chimiche e biologiche. Nell'elenco ci sono anche 20 posti da coprire nei laboratori di scienze e tecnologie agrarie e 43 in quelli di scienze e tecnologie meccaniche. E così via. «I numeri delle immissioni in ruolo non rispondono alle necessità reali: il precariato nella scuola sembra qualcosa di irrisolvibile sottolinea Giuseppe Morgante della Uil Scuola ci sono state decine di governi diversi, ma il problema rimane. E neppure la pandemia ha spinto verso la sua soluzione».
LE SOLUZIONI
Dal canto proprio, l'ufficio scolastico di Treviso prova ad accelerare i tempi. «La piattaforma per le immissioni in ruolo è già stata attivata ha specificato la dirigente Barbara Sardella e puntiamo a iniziare le operazioni per la nomina dei supplenti nei primi dieci giorni di agosto». Oltre alle graduatorie di merito, le cattedre vacanti possono essere coperte anche attraverso le graduatorie a esaurimento. Nella Marca, però, queste ormai sono effettivamente esaurite. L'ultima possibilità è quella di ricorrere alla procedura speciale per immettere in ruolo i docenti abilitati inseriti nelle prime fasce delle graduatorie provinciali per il sostegno (Gps). Dovrebbero essere assunti con la previsione di partecipare a un concorso a posteriori, dopo la conclusione del prossimo anno scolastico. «Si attendono ulteriori indicazioni in merito: la procedura avrebbe dovuto essere residuale conclude Moretti senza scordare che c'è ancora in ballo il concorso ordinario. Ogni volta restituiamo centinaia, se non migliaia, di posti di ruolo. E questo alla fine significa non solo non stabilizzare i docenti precari ma anche non dare sicurezze alle famiglie e non garantire continuità ai ragazzi».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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