L'ALLARME
TREVISO Mentre infuria la polemica sul trasferimento dei profughi dalla

Giovedì 13 Agosto 2020
L'ALLARME TREVISO Mentre infuria la polemica sul trasferimento dei profughi dalla
L'ALLARME
TREVISO Mentre infuria la polemica sul trasferimento dei profughi dalla ex caserma Serena, nella Marca il numero di contagi continua a salire. In particolare nel focolaio individuato all'interno di un'azienda del Terraglio dove i positivi sono saliti a 26 (fra casi diretti e indiretti) e dove avevano lavorato dieci profughi ospitati proprio nel centro hub di Casier. Sebbene non sia accertato che il contagio dei dipendenti sia conseguente alla presenza dei migranti, si tratta di una nuova serie di casi connessi al focolaio di Dosson. In caserma ieri il personale della Usl ha proseguito i tamponi sugli ospiti, 50 dei quali si sono però rifiutati di sottoporsi al test: «Non crediamo nel Covid, non esiste» hanno gridato barricandosi nelle stanze.
IL BOLLETTINO
Ieri nel Trevigiano sono stati 19 i nuovi casi di positività al Coronavirus, 11 dei quali sono legati alla ditta lungo il Terraglio dove nei giorni scorsi è emerso un nuovo cluster. Salgono dunque a 461 i soggetti ad oggi contagiati nella Marca, cinque dei quali ricoverati al Ca' Foncello tra cui una donna in terapia intensiva dopo un viaggio all'estero. Tre suoi familiari stretti appartengono ai nuovi positivi accertati ieri. Altre tre persone sono risultate contagiate, una delle quali asintomatica: due hanno avuto contatti con altri positivi, mentre uno ha mostrato i sintomi ma non è al momento riconducibile ad alcun infetto già noto.
L'AZIENDA
A preoccupare maggiormente sono però dodici persone risultate positive e connesse con il focolaio alla ex Serena. Undici gravitano attorno all'azienda che a ieri contava 26 casi di contagio. Nei suoi locali, con diversi compiti e mansioni, fino allo scorso 29 luglio hanno lavorato dieci richiedenti asilo, tutti ospiti del centro d'accoglienza di Dosson. Le positività odierne dei dipendenti sono emerse nell'ultima settimana, ma il fatto che nella struttura per profughi già il 10 giugno si fosse rilevato un caso di Covid alimenta ora il dubbio che il virus possa avervi circolato fin da due mesi fa, tornando a emergere solo con la nuova campagna di tamponi avviata nelle ultime settimane. Inizialmente nella ditta erano stati scoperti tre lavoratori contagiati da Covid-19, poi saliti a 15 con l'avvio immediato della campagna di tamponi seguita dalla Ulss della Marca. Campagna che ha interessato tutti i loro contatti stretti e che ieri ha portato il totale a subire una nuova impennata. Ieri sera erano infatti 24 i dipendenti positivi al virus, nessuno dei quali fortunatamente in condizioni di salute preoccupanti. Ad essi si aggiungono ulteriori due casi legati indirettamente al cluster aziendale: si tratta di familiari di un lavoratore anch'egli positivo. Sono stati scoperti grazie all'indagine epidemiologica che lunedì aveva visto processare i primi 40 tamponi sui contatti più diretti dei primi tre contagiati. Oggi ne sono in programma altri 70 che saranno eseguiti su magazzinieri e autisti della ditta.
NUOVO CASO
Al focolaio della ex caserma e alle uscite dei profughi lavoratori si lega inoltre il contagio di un'altra persona. Anche in questo caso è il dipendente di un'azienda trevigiana, una società che nulla ha a anche vedere con quella lungo il Terraglio, ma in cui lavoravano altri richiedenti asilo ospitati a Dosson. Non sono i primi casi di sospetto ampliamento del cluster di Casier: giorni fa era infatti risultato positivo un migrante di Roncade che con quelli della Serena aveva frequenti contatti, mentre è risultato contagiato anche uno dei poliziotti che il 1 agosto dentro la struttura operarono l'arresto di un profugo violento.
Sds
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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