L'ALLARME
TREVISO (m. f.) Ci sono 70mila trevigiani che rinunciano a curarsi perché non hanno i soldi per poterlo fare o perché non conoscono i servizi che vengono messi a disposizione. Il numero, enorme, è emerso ieri nel corso del convegno nell'auditorium della Cgil in occasione della giornata per la prevenzione e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, promossa dal sindacato assieme alla Fondazione Sanità e al fondo Sani in Veneto. L'iniziativa è stata un successo: oltre cento lavoratori hanno risposto all'appello presentandosi in via Dandolo per sottoporsi alle visite. E qui si è fatto il punto anche su chi di fatto non ha accesso alle cure. «Nel nord Italia l'8% della popolazione rinuncia perché ha poche risorse o perché non conosce i servizi. Uno dei problemi, ad esempio, riguarda gli anziani che vengono lasciati da soli con badanti straniere, che non conoscono le nostre strutture sottolinea Nicola Atalmi, della segreteria della Cgil di Treviso il nodo, quindi, non è esclusivamente economico. Se si potessero eliminare le disuguaglianze tra le persone più istruite e quelle meno istruite, si stima che la mortalità calerebbe del 25% tra gli uomini e del 10% tra le donne». La differenza sta nel fatto che le donne già oggi sono più coinvolte degli uomini in programmi di screening e in attività di prevenzione. Il problema delle mancate cure si vede in modo concreto nel mondo del lavoro: «Contiamo decine di casi di persone che si ammalano, magari anche a una certa età, e che dopo il periodo di comporto (nel quale il datore deve mantenere il posto di lavoro, ndr) vengono lasciati a casa conclude Atalmi spesso il periodo di disoccupazione non basta per consentire loro di raggiungere la pensione. E così si ritrovano nel limbo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA TREVISO (m. f.) Ci sono 70mila trevigiani che rinunciano a curarsi perché non hanno i soldi per poterlo fare o perché non conoscono i servizi che vengono messi a disposizione. Il numero, enorme, è emerso ieri nel corso del convegno nell'auditorium della Cgil in occasione della giornata per la prevenzione e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, promossa dal sindacato assieme alla Fondazione Sanità e al fondo Sani in Veneto. L'iniziativa è stata un successo: oltre cento lavoratori hanno risposto all'appello presentandosi in via Dandolo per sottoporsi alle visite. E qui si è fatto il punto anche su chi di fatto non ha accesso alle cure. «Nel nord Italia l'8% della popolazione rinuncia perché ha poche risorse o perché non conosce i servizi. Uno dei problemi, ad esempio, riguarda gli anziani che vengono lasciati da soli con badanti straniere, che non conoscono le nostre strutture sottolinea Nicola Atalmi, della segreteria della Cgil di Treviso il nodo, quindi, non è esclusivamente economico. Se si potessero eliminare le disuguaglianze tra le persone più istruite e quelle meno istruite, si stima che la mortalità calerebbe del 25% tra gli uomini e del 10% tra le donne». La differenza sta nel fatto che le donne già oggi sono più coinvolte degli uomini in programmi di screening e in attività di prevenzione. Il problema delle mancate cure si vede in modo concreto nel mondo del lavoro: «Contiamo decine di casi di persone che si ammalano, magari anche a una certa età, e che dopo il periodo di comporto (nel quale il datore deve mantenere il posto di lavoro, ndr) vengono lasciati a casa conclude Atalmi spesso il periodo di disoccupazione non basta per consentire loro di raggiungere la pensione. E così si ritrovano nel limbo».