L'ALLARME
TREVISO «La decisione di blindare gli italiani nel proprio comune

Venerdì 4 Dicembre 2020
L'ALLARME
TREVISO «La decisione di blindare gli italiani nel proprio comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno mette ko gli agriturismi». Coldiretti Treviso suona l'allarme rosso. Per le circa 250 attività operanti nella Marca le festività di dicembre da periodo clou rischiano di rappresentare un'ulteriore mazzata a un segmento già provato, come l'intero comparto ricettivo, dal calo dei flussi di visitatori e ospiti. Meta privilegiata di chi voleva concedersi un pranzo o un cenone fuori casa, ma in atmosfera familiare, o una giornata nella natura, gli agriturismi vedono ridurre al minimo l'arrivo di potenziali clienti in seguito alle misure anti contagio appena introdotte dai nuovi decreti governativi, dal divieto per le persone di muoversi al di fuori del comune di residenza alla conferma del coprifuoco anche nelle festività maggiori.
LA PREOCCUPAZIONE
La preoccupazione della federazione provinciale dei coltivatori diretti fa eco a quella dei colleghi di tutto il Veneto: sono quasi 1500 le realtà dell'ospitalità rurale dislocate sul territorio regionale, il 17% delle quali in area montana, il 37,2% in collina e il 45,8% in pianura. Le aziende agrituristiche che offrono per la maggior parte ristorazione e alloggio sono situate in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi. Coldiretti denuncia che le misure del nuovo dpcm limitando gli spostamenti per le feste di fine anno mettono a repentaglio un settore che presenta un'opportunità per le famiglie di godere di spazi ampi in mezzo alla natura senza il rischio di assembramenti.
IL PARADOSSO
«Un vero paradosso sostiene l'associazione degli imprenditori agricoli - se si considera che gli agriturismi sono situati in aree isolate dentro strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola: sono dunque i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche». Non a caso appena lo 0,3% dei 66.781 casi di infortunio da Covid-19 registrate dall'Inail in Italia riguarda l'agricoltura dove peraltro i mesi estivi e autunnali sono i più attivi con la raccolta di frutta, ortaggi, olio e la vendemmia secondo l'analisi della Coldiretti sulla base delle richieste complessive di infortunio al 31 ottobre 2020 che evidenzia come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio nelle campagne.
M.Zan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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