In piazza la rabbia delle palestre «Siamo pronti a bloccare l'autostrada»

Domenica 28 Marzo 2021
In piazza la rabbia delle palestre «Siamo pronti a bloccare l'autostrada»
LA MOBILITAZIONE
MASER Oggi alle 15 sarà a Milano in piazza Della Scala, martedì 30 a Napoli, il primo aprile a Palermo e il 6 a Roma, non prima di passare anche per Bologna. Yuri, titolare della palestra Dorian Gray di Maser, non si ferma ma amplia la protesta contro le chiusure di attività legate al Covid. Una protesta che è ormai diventata di livello nazionale, all'insegna del motto Lo sport è salute, e che sta coinvolgendo anche altri settori fermati dalle chiusure. Che Yuri non avesse intenzione di accettare supinamente le decisioni nazionali si era capito già dallo scorso autunno quando aveva avviato l'attività all'aperto per aggirare le restrizioni, ma anche per rendere visibile dalla sua palestra, situata proprio sulla Bassanese, la situazione sua e dei suoi colleghi.
LA PROTESTA
Nel suo parcheggio, trasformato in palestra all'aperto con tanto di macchinari esposti, avevano continuato ad arrivare in tanti, anche da fuori provincia. Poi sono subentrate le zone rosse con le conseguenti limitazioni all'uscita dal Comune di residenza e un inevitabile stop. Così, a inizio marzo, la lotta coordinata da Yuri e diventata nazionale è arrivata fino a Roma. E da lì il titolare della Dorian Gray era tornato con una speranza: quella di un'apertura dal 6 aprile. «Ci avevano fatto delle promesse - dice Yuri - ma ora stanno continuando ad allungare i tempi. Per questo abbiamo deciso di unirci con i ristoratori di Io apro e con le partite Iva. Abbiamo fissato delle date in giro per l'Italia. Io sarò presente a tutte, dato che sono uno dei promotori. E se dopo il 6 aprile non potremo riaprire andremo oltre».
LE IPOTESI
Le ipotesi del titolare della Dorian Gray sono forti. «Una è quella di bloccare l'autostrada - dice - Sappiamo di rischiare il penale, ma di penale c'è in realtà ciò che ci stanno facendo. Altrimenti l'altra ipotesi è quella di stazionare a oltranza di fronte a Montecitorio. Prima però arriviamo al 6 aprile». Sulla vita di un imprenditore in tempo di Covid aggiunge. «Io sto consumando ciò che ho messo via in dieci anni di attività. È ovvio che un imprenditore serio cerca di risparmiare qualcosa sapendo che nel corso della propria attività ci possono essere dei periodi bui. Io, però, non penso solo a me stesso. Sto cercando, con la mia protesta, di svegliare la gente e ci sto riuscendo. Non c'è alcuna logica in quello che lo Stato sta facendo allo sport. È evidente che l'attività fisica aiuta a sconfiggere il virus, ma forse non vogliono davvero che ciò accada. Non ha alcun senso. Mi mettano dentro, ma dico quello che penso. È ora di finirla». E, a quanto pare, i suoi appelli non cadono nel vuoto a giudicare dalle risposte, anche pubbliche, che già arrivano sul web da parte di colleghi e non solo che intendono essere partecipi della protesta. In un clima che sta diventando, davvero, incandescente.
Laura Bon
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci