«In centro? Piccoli negozi e di qualità»

Lunedì 15 Ottobre 2018
IL DIBATTITO
TREVISO Un centro pieno di tanti piccoli negozi di qualità, con prodotti artigianali, unici nel loro genere; servito da un servizio di trasporto pubblico agile e moderno, dotato di mezzi elettrici e di dimensioni contenute; ricco di eventi culturali e turistici di alto livello e pazienza se ignorato dai grandi marchi della moda e del commercio. Tra questi paletti si muove la politica di rilancio della città dentro le Mura varata dal sindaco Mario Conte che tanto fa discutere in questi giorni.
«RIAPERTURA POSITIVA»
Le polemiche sulla riapertura della zona a traffico limitato di ponte San Francesco lo scalfiscono poco: «Quella riapertura ha avuto effetti positivi - ribatte il sindaco - è stato il primo passo di una pedonalizzazione ereditata e che, in realtà, non c'è mai stata. E sono d'accordo con chi dice che, rispetto a tre mesi fa, non è cambiato molto in quella zona, le auto ci entravano anche prima. Di meglio c'è però una gestione della sosta più ordinata perché rivista e corretta». E le auto parcheggiate ovunque viste in questi giorni? Per il sindaco sono una fase di passaggio: «Abbiamo cambiato un'abitudine e ci vuole qualche tempo perché la gente si abitui. Chiedo ai trevigiani un minimo di sacrificio e il rispetto di quelle quattro regole basilari che disciplinano la sosta».
RIVITALIZZARE
La pedonalizzazione, assieme alla riforma del trasporto pubblico, è la leva per rivitalizzare il centro: «Vogliamo riportare in centro i pedoni - sottolinea - e non toglierli assieme alle auto, lasciando così la città deserta. Lavoriamo quindi sul trasporto pubblico, vogliamo bus il più possibile elettrici e delle giuste dimensioni, e su un cartellone di eventi spalmato sul lungo periodo e di alta qualità».
GRANDI E PICCOLI
E poi il commercio: «I grandi marchi non considerano il nostro centro appetibile? La cosa, sinceramente, non mi spaventa. Negli ultimi giorni ho inaugurato una decina di piccole attività, dall'occhialeria al negozio di alimentari, dove la qualità è la costante di ogni situazione. Il nostro centro storico è forse più adatto a questo tipo di commercio, che attira clienti e turisti di un certo livello. Ed è quello che vogliamo. Ci incontreremo con le categorie per studiare le politiche più adatte a incentivare questo tipo di aperture. Sinceramente che i grandi marchi, le grosse firme, non vogliano più venire dentro le Mura non mi preoccupa per niente. Preferisco puntare sulle boutique e sulla valorizzazione dei nostri produttori e del nostro artigianato presente in ogni settore».
Paolo Calia
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