Immunizzati 120 operatori Moderna, oggi via a 1300 dosi

Mercoledì 20 Gennaio 2021
Immunizzati 120 operatori Moderna, oggi via a 1300 dosi
LA CAMPAGNA
TREVISO Sono 120 gli operatori in prima linea nei reparti Covid del Ca' Foncello, tra medici, infermieri e oss, che hanno già completato la profilassi vaccinale contro il coronavirus. I richiami sono partiti da qui. In attesa delle prime 1.300 dosi del siero di Moderna che arriveranno oggi e nonostante il dimezzamento delle forniture deciso da Pfizer, la campagna vaccinale tra il personale degli ospedali continua grazie alle dosi accantonate. Dopo la prima iniezione dello scorso 27 dicembre, giorno della simbolica apertura della campagna, da domenica i 120 operatori della sanità hanno ricevuto anche il richiamo. Ma si va avanti navigando a vista.
I RITARDI
Alla luce dei tagli dettati dalla Pfizer, l'Usl ha rivisto i propri piani. Sono in tutto 16mila le persone che hanno già ricevuto la prima dose di questo vaccino, tra personale degli ospedali e dei servizi territoriali e anziani e operatori delle case di riposo. Quante dosi della Pfizer ci sono a disposizione per i richiami a 21 giorni? Circa 6mila. Con le 3.500 attese per oggi, si salirà a 9.500. E si auspica che Pfizer non decida ulteriori riduzioni alle consegne settimanali. «Posticiperemo i richiami da 21 a 28 giorni. È una cosa prevista: la seconda iniezione può essere eseguita tra i 21 e i 40 giorni dalla prima fa il punto Francesco Benazzi, direttore generale dell'azienda sanitaria se poi ci saranno ulteriori tagli, una quota dei richiami sarà inevitabilmente a rischio». Si vedrà. Oggi inizia la somministrazione dei vaccini Moderna: 650 dosi verranno inoculate ad altrettante persone tra le 1.172 delle case di riposo e dei centri disabili non ancora vaccinate, accantonando subito le altre 650 dosi da usare per i relativi richiami. Si partirà da Cesana Malanotti, Divina Provvidenza, Guizzo Marseille e Zalivani.
IL PRIMARIO E L'ANESTESISTA
Tra i primi camici bianchi che hanno completato la profilassi Pfizer c'è Antonio Farnia, 64 anni, direttore dell'unità di Anestesia e rianimazione dell'ospedale di Treviso. La speranza è che ora i ritardi di Pfizer nella consegna delle dosi previste non si allarghino. «Le motivazioni della riduzione non sembrano ancora chiare dice Farnia un ritardo modesto non dovrebbe influenzare di molto lo sviluppo della campagna, contando che i richiami possono essere eseguiti da 21 a 40 giorni dopo la prima iniezione. Fino a questo momento l'Usl ha lavorato benissimo. E ci auguriamo che si possa presto iniziare a vaccinare in modo consistente anche con altri sieri». La buona notizia è che il numero di contagi sta drasticamente calando. E diminuiscono anche i ricoveri in ospedale. Tanto che ora si è svuotata la Terapia intensiva aggiuntiva con 12 posti letto che nel corso della seconda ondata del coronavirus era stata aperta nell'edificio di Malattie infettive. Si approfitterà della tregua per sistemare e ottimizzare i locali. Da lunedì sarà di nuovo pronta, con la speranza che non serva più. Per i pazienti Covid positivi è tornata a essere sufficiente la Terapia intensiva centrale del Ca' Foncello, che conta 20 posti letto (16 dei quali attualmente occupati). «Siamo scesi dal picco di 28 a 16 pazienti. Oggi abbiamo molti più margini. E di sera riesco ad addormentarmi più facilmente rivela il primario resta la preoccupazione per le prossime settimane. Bisognerà tenere la guardia alta almeno fino alla prossima estate, quando si combinerà l'effetto della bella stagione e l'effetto dell'aumento dei numeri della campagna vaccinale. Se siamo fortunati, il prossimo autunno potrà essere decisamente più tranquillo». Cinque operatori, tra medici e infermieri, vaccinati lo scorso 27 dicembre sono risultati positivi al coronavirus proprio pochi giorni dopo l'iniezione. Sembra un paradosso, ma in realtà è possibile. Serve una decina di giorni per sviluppare una prima risposta anticorpale. Se si viene in contatto con il virus prima, non si può fare nulla. Tra questi c'è Mario Peta, 58 anni, anestesista coordinatore per l'emergenza coronavirus. «Sono diventato positivo quattro giorni dopo la prima iniezione. Dopo un anno passato nel reparto Covid, sono entrato in contatto con il virus proprio poco prima del vaccino racconta sono rimasto in isolamento a casa con una fastidiosa tracheite e un po' di febbre». Dopo essersi negativizzato, domenica si è comunque sottoposto al richiamo. «E ho avuto ancora un altro po' di febbre conclude Peta ma sappiamo che non ci sono controindicazioni. Il messaggio deve essere chiaro: vaccinarsi contro il coronavirus è l'unico modo che abbiamo per uscire dalla pandemia».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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