IL TIMORE
SUSEGANA Un riporto alto 80 centimetri. Corrispondente circa a 15mila

Giovedì 14 Novembre 2019
IL TIMORE SUSEGANA Un riporto alto 80 centimetri. Corrispondente circa a 15mila
IL TIMORE
SUSEGANA Un riporto alto 80 centimetri. Corrispondente circa a 15mila metri cubi di detriti. Tanto si è depositato vicino alla diga di Colfosco lo scorso anno durante Vaia. Quei materiali sono rimasti là, sul letto del Piave. Insieme alla vegetazione che durante l'estate è cresciuta a dismisura. In questi giorni il fiume si alzato: pioggia e accumuli mettono in sofferenza gli argini. «Abbiamo già fatto un esposto, ma il Comune non ci ha neppure risposto» spiega Alberto Foltran, che dà voce ai residenti dell'area golenale. Foltran da più di un anno ha scelto una casa in Golena. Un luogo bello e fragile, che proprio in questa stagione mostra tutta la sua vulnerabilità. «Il livello è alto perchè il letto non è pulito - sottolinea - il Piave sarebbe sotto di quasi un metro se tutto fosse a posto», spiega indicando l'acqua scura che scorre sotto la pioggia. «È da agosto che mandiamo l'alert sulle condizioni spondali dell'alveo del fiume, soprattutto in prossimità dell'area dove si trovano lo stabilimento Canzian e la diga. A causa del fortunale dell'ottobre scorso, ingenti masse di detriti inerti si sono accumulate nelle vicinanze degli argini comunali. A questo si aggiunge la forestazione, avvenuta a valle della diga, di notevole impatto, dovuta evidentemente all'incuria e abbandono più totale, mentre la corrispondente sponda del Comune di Nervesa risulta perfettamente sgombra ed in perfetto ordine - tiene a ribadire Foltran quasi con una nota polemica - penso sia superfluo ricordare che in caso di altro fortunale di pari portata con l'attuale dissesto si avrebbe molto probabilmente una tracimazione del fiume nell'area golenale a danno delle coltivazioni e delle residenze».
SCONFORTO
Gli abitanti guardano il letto del Piave e si sentono impotenti: negli occhi le drammatiche immagini dello scorso anno. «Si chiede quindi cosa si sta facendo o si è progettato di fare in tempi brevi, visto che siamo nel pieno della stagione delle piogge, per scongiurare possibili reali tracimazioni della Piave nei siti critici che già abbiamo indicato alle autorità». Foltran spiega che dopo la tempesta Vaia si è intervenuti solo sulle crepe della diga, senza considerare di sbancare tutta la massa di detriti accumulata. «Questo avviene però nel Comune di Susegna - è l'accusa - perchè a Nervesa hanno provveduto a ripulire l'alveo». Lo scorso anno il Piave non è esondato solo per una manciata di centimetri: «Nel 1966 tutto è stato sommerso. l'Acquagranda ha travolto ogni cosa. La strozzatura avviene proprio in corrispondenza della diga: dopo il 1966 è stato costruito il secondo argine, che lo scorso anno, grazie a Dio, ha tenuto. Solo che se lungo l'alveo non si sgombrano i detriti e si lascia che la vegetazione cresca senza controllo, il rischio aumenta notevolmente».
LA RISPOSTA
Anche il sindaco Vincenza Scarpa aveva posto l'accento sulla manutenzione quando venne inaugurato il nuovo ponte sul Piave. «L'esposto del cittadino è stato girato alla Regione Veneto: perchè per la pulizia dell'alveo è responsabile il demanio, non il Comune», conferma. «Nel letto del Piave noi non possiamo intervenire. Per questo, anche pubblicamente, mi ero raccomandata che si tenesse sotto controllo la pulizia del Piave, e soprattutto si provvedesse a portare via la massa di detriti depositati dopo Vaia». I residenti obiettano però che nella parte ricadente sotto il comune di Nervesa tutto è stato sistemato: sia gli accumuli sia il verde. Di fronte alle richieste dei cittadini di intervenire in maniera decisa, Scarpa ribadisce: «Il demanio è perfettamente a conoscenza della cosa. E io ho voluto, davanti al Governatore Zaia, ribadire la necessità che l'alveo sia tenuto pulito per poter continuare ad essere in sicurezza».
Elena Filini
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