Il risiko delle facoltà

Mercoledì 17 Luglio 2019
IL PROGETTO
TREVISO L'università di Padova punta su Treviso. Lo vede come il polo per eccellenza su cui investire andando anche oltre la facoltà di Giurisprudenza già presente da anni. E ci crede al punto che, il Senato Accademico, alcuni mesi f,a ha deliberato ufficialmente di costituire nella Marca un canale completo di Medicina, che tradotto significa portare l'intero corso di sei anni per la laurea di Medicina e Chirurgia. E corso completo significa creare le strutture per ospitare sale, laboratori con i macchinari più moderni, spazi per i docenti destinati ai tre anni pre-clinici (dal primo al terzo, mentre dal quarto al sesto ci sono già ndr). Per l'ultimo triennio però diventa sempre più fondamentale la presenza di un vero e proprio ospedale universitario. E a Padova stanno lavorando per questo.
L'OBIETTIVO
La nostra intenzione - spiega Mario Plebani, presidente della scuola di Medicina e Chirurgia dell'ateneo patavino - è quella d creare a Treviso un corso in Medicina di serie A, di alto livello, non certo di serie B o C. La volontà è quella di dare corso alle indicazioni votate dal Senato Accademico. Ma per portare anche i primi tre anni abbiamo bisogno di locali adatti ad ospitare i laboratori e stiamo discutendo proprio di questo». L'idea di avere a disposizione l'ex Distretto Militare piace molto ai piani alti del Bo che, in questo momento, possono contare anche nel pieno appoggio della Regione che vede la facoltà di Medicina come il naturale completamento della cittadella Sanitaria: «Il nostro sforzo - continua Plebani - è individuare il modo per centrare l'obiettivo indicato dalla votazione del Senato Accademico. Attualmente quella deliberazione è stata sospesa, non certo cancellata, per due motivi di ordine pratico. Il primo è che si è voluto dare la precedenza all'istituzione di un corso di laurea in lingua inglese e un'operazione di questo genere necessita di grandi sforzi. La seconda questione è più legata al tema degli spazi. Abbiamo un ottimo rapporto con la direzione sanitaria dell'Usl 2 e col governatore e sappiamo bene che i tempi per trovare i locali adatti per ospitare al meglio un corso completo di Medicina, e quelli dedicati alle altre professioni sanitarie, sono strettamente collegati alla realizzazione della cittadella sanitaria».
LO SCENARIO
Il presidente Plebani conferma la voglia di investire su Treviso e il dibattito che si sta aprendo sull'ex Distretto, e soprattutto sull'intenzione della Regione di investirci sopra, apre scenari imprevisti: «Sono molto fiducioso sul buon esito del nostro progetto - continua - anche perché quando due o più amministrazioni condividono lo stesso fine è più facile realizzarlo. Poi di problemi ce ne sono, ma si risolvono. Per noi Treviso non è solo un polo universitario, ma può diventare il polo. Per questo motivo abbiamo scelto di migliorare l'offerta didattica facendo anche dei cambi apicali e, ripeto, guardiamo con grande interesse alla possibilità di portare nella Marca un corso completo di Medicina e Chirurgia».
LA REGIONE
Tutto ruota attorno a due fattori: i tempi di realizzazione della Cittadella sanitaria, come detto più volte, e l'impegno finanziario che la Regione intende mettere sul piatto. Non è un mistero che il governatore Zaia vede di buon occhio la possibilità di trasformare il rinnovato ospedale trevigiano in una struttura universitaria all'avanguardia. E per fare questo avere a poca distanza la sede di un corso di Medicina sarebbe la chiusura ideale del cerchio. Le trattative in corso in questi giorni vanno proprio in questo senso: capire come l'ex Distretto, che Fondazione Cassamarca intende vendere a non meno di 20 milioni di euro o dare in locazione ma senza metterci un solo euro per lavori di riqualificazione, possa entrare nelle disponibilità della Regione e quindi dell'università.
Paolo Calia
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