Il ricordo del Solstizio al sacrario «Messaggio di pace e di dialogo»

Lunedì 17 Giugno 2019
NERVESA DELLA BATTAGLIA
I Ragazzi del '99, la morte dell'asso degli assi Francesco Baracca, una fra le battaglie più cruente e decisive (se non la più decisiva), quella del Piave, del primo conflitto mondiale: 101 anni fa. E, secondo tradizione, uomini ed eventi sono stati rievocati ieri, anniversario della Battaglia del Solstizio al Sacrario di Nervesa della Battaglia, dove sono raccolte le spoglie di 9.325 Caduti (tremila ignoti), prima, e al monumento eretto alla memoria di Baracca, poi. E accanto al ricordo di quegli eventi, di quei nomi, di quei combattenti, una riflessione su quei sacrifici, su quelle sofferenze indicibili che coinvolsero, oltre ai militari, le popolazioni civili, come sottolineato nel discorso ufficiale dal sindaco di Nervesa della Battaglia Fabio Vettori, che ha letto, fra l'altro, un saluto di partecipazione del presidente della Regione Luca Zaia, per il quale il messaggio che viene da questi luoghi, da questi eventi, da questi combattenti, è di pace e di dialogo nella vita sociale e civile.
LA RIFLESSIONE
Vettori ha insistito sulla immane tragedia che fu la Grande Guerra, nella quale venne persa una generazione, e che vide, poi, proprio a Nervesa, e nelle zone limitrofe, il coinvolgimento dei civili: uomini e donne, con queste ultime chiamate a sacrifici ancora più pesanti, quindi col fenomeno del profugato. Ma l'oratore non ha mancato di evidenziare, anche, i sacrifici compiuti per la ripresa, la ricostruzione a guerra finita, con volontà, con coraggio, da parte della stessa popolazione. Due elementi ha voluto pure esaltare: Francesco Baracca, abilissimo pilota, coraggioso e cavalleresco combattente, e i Ragazzi del '99 che vollero donare la statua della Madonna blu custodita in San Nicolò, diventato santuario nazionale. «Il profondo significato del sacrificio di quei combattenti di 101 anni fa - ha concluso il sindaco - va oggi cercato-trovato nelle nostre forze armate al servizio delle istituzioni, nella volontà di coltivare la pace e la democrazia. Ma una pace che deve nascere dai nostri comportamenti quotidiani, considerando la dignità delle persone». Il saluto del comandante del 5. Reggimento artiglieria terrestre Superga è stato porto dal colonnello Marco Scivetti, che ha evidenziato le immani sofferenze nella Battaglia del Solstizio (forse quella decisiva della Grande Guerra sul fronte italiano), che vide la morte di 150mila austroungarici e di 90mila italiani.
LA CERIMONIA
Nell'area verde dove si erge il monumento a Francesco Baracca, sono poi convenute anche nutrite rappresentanze dell'Aeronautica Militare, del Comune di Lugo di Romagna, con cinquanta soci di quel Moto club, proprio cento anni fa costituito dal padre dell'asso degli assi, Enrico Baracca. Accanto al sindaco Davide Ranalli, anche il nipote dell'eroe, avvocato Giovanni. Sono state recitate le preghiere della Cavalleria (Arma di provenienza di Baracca) e dell'Aviatore. Quindi, in questo luogo sacro, tempio laico di preghiera per un grande uomo e combattente, ha detto Ranalli, viene spontanea una riflessione sull'antico sogno dell'uomo: di alzarsi verso il cielo. La tecnologia ha aiutato a raggiungere grandi traguardi, ma Francesco Baracca è stato uno dei primi a entrare, a realizzare il grande sogno. Il colonnello pilota Massimiliano Pasqua, comandante il 51esimo Stormo, ha detto di Baracca esemplare pilota, militare, cittadino, dotato di grande coraggio e di quella che si suole definire leadership, un punto di riferimento per l'Arma Aeronautica, oggi, come ieri. Corone d'alloro sono state deposte sia al Sacrario, sia al monumento all'asso degli assi, e in quei due momenti, si è assistito all'emblematico sorvolo di tre velivoli d'epoca della Fondazione Jonathan Collection, mentre echeggiavano le note dell'inno nazionale e della Canzone del Piave della Banda musicale di Nervesa della Battaglia.
Giovanni Lugaresi
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